«Proporrò appello alla sentenza nella speranza di avere giustizia». Respinge le accuse e si difende l’ex sindaco di Caulonia Ilario Ammendolia, condannato dalla Corte dei Conti insieme ad altri amministratori locali (tra cui Mimmo Lucano), ad una pena pecuniaria per danni in relazione alla gestione dei migranti nel progetto “Emergenza Nordafrica” su fatti risalenti al 2011, quando era primo cittadino dell’antica Castelvetere.

«Nel 2017 la procura della Repubblica di Catanzaro – ricorda Ammendolia in un post sui social – mi notificò un avviso di garanzia per gli stessi fatti. Dopo tre anni di indagini e numerose proroghe, la stessa procura chiese l’archiviazione per non aver ravvisato alcun reato, non certamente per farmi un favore e neanche per un gesto di clemenza nei miei confronti ma solo perché non ha riscontrato alcun reato».

A questo punto (e per gli stessi fatti) è entrata in scena la procura presso la Corte dei Conti «E oggi – ha espresso – si arriva ad una anomala condanna. Ovviamente non provo rabbia o risentimento alcuno nei confronti dei magistrati contabili. Però ribadisco: la Procura della Repubblica di Catanzaro ha escluso la possibilità che qualcuno, tantomeno io, abbia tratto alcun vantaggio personale e di qualsiasi natura da tale gestione, né la Corte dei conti, per quanto mi riguarda, ha mai ipotizzato una tale possibilità. Quindi – si è chiesto – a favore di chi avrei procurato un vantaggio?».

Quindi l’affondo: «Da circa 60 anni vivo sotto costante attenzione giudiziaria. Non avevo venti anni la prima volta che sono stato indagato (non ricordo più se per blocco stradale o per l’occupazione del Municipio) e ne ho quasi 80 oggi. Tutto è cambiato ma solo il “potere” in Calabria, pur cambiando di mano, è rimasto essenzialmente lo stesso: selvaggio e malvagio con chi non abbassa la testa. E fa male, molto male, il pensiero che la Calabria sia diventata una terra abitata da un popolo oppresso, senza più speranza e senza giustizia. A testa alta».