Ultimi giorni di campagna elettorale a Bova Marina. Una campagna di fuoco, in cui sono state molte ed accese le polemiche tra le due fazioni in lizza per guidare uno dei più importanti municipi dello jonio reggino.

Sembra quasi una scalata sull’Everest: le elezioni bovesi sono da sempre così. E non è da meno questa tornata del 2024 in cui Andrea Zirilli, leader uscente della minoranza consiliare, sfiderà Daniela Iiriti, la cui lista si pone in continuità con l’amministrazione uscente guidata da Saverio Zavettieri.

Un percorso politico e amministrativo che, oltre quello personale da dirigente di Forza Italia, parte da lontano: tanti gli anni di preparazione per questa scalata verso la cima del monte più alto. Andrea Zirilli ci riprova, infatti, a distanza di cinque anni dalle scorse elezioni dove, appena 28enne, ha lanciato il suo progetto politico “Cambiamo Bova Marina”.

«Il mio percorso politico a Bova Marina mi ha portato a cinque anni di opposizione – racconta Zirilli ad ilReggino.it -. È stata un’opposizione, come già ho detto, attenta e dinamica. Abbiamo affrontato sempre propositivamente le problematiche che hanno comportato dei disagi per i cittadini. In fase di presentazione delle liste, ho dato dimostrazione dell’attività svolta, che ovviamente è al vaglio dei cittadini. Io dico quello che ho fatto, ho messo nero su bianco la nostra attività: emendamenti, proposte, interrogazioni consiliari, sempre volte alla risoluzione dei problemi».

Qual è stato il punto di partenza cinque anni fa e qual è quello di oggi? «Cinque anni fa Bova Marina presentava gli stessi problemi che si presentano oggi. Infatti, questa campagna elettorale è caratterizzata da proposte come il piano spiaggia e lo sviluppo delle attività turistico-ricettive. Oggi dobbiamo prendere atto che il piano spiaggia non è stato adottato e che in cinque anni non c’è stata l’apertura di un’attività turistico-ricettiva. Non c’è stata l’apertura di un lido in cinque anni. L’approvazione del PSC è ferma dal 2016, poi solo a seguito di una nostra interrogazione ne è stato ripristinato l’iter che porterà, non so quando sia il termine, alla sua approvazione. Questo sarà uno dei temi importanti per lo sviluppo economico di Bova Marina. Un altro esempio è che, cinque anni dopo, torniamo in campagna elettorale e la piscina comunale è ancora chiusa. Altri problemi riguardano la pressione fiscale. Non sono riusciti ad abbassare di una virgola le tasse».

Ha fatto una dura battaglia, in questi anni, contro la riscossione esterna. «Attenzione, ci tengo a sottolineare che non è che faccio una lotta contro Andreani Tributi in quanto tale, perché si poteva chiamare in altro modo. Io ho fatto una battaglia dicendo che questa società è incontrollata. Le tasse vanno pagate, per l’amor di Dio, ma in modo equo, con un’elasticità che garantisca al pensionato che magari non ci vive con cinquecento euro di poter rateizzare e mettersi a posto, anziché procedere con atti di pignoramento dei conti correnti o con fermi amministrativi. Questa è la battaglia che noi abbiamo promosso non solo contro Andreani, ma contro le società esterne in generale».

Cosa propone nel suo programma in merito a questo discorso? «Qui bisogna puntualizzare questo. Non è un percorso semplice: il contratto con i tributi è scaduto nel luglio del 2021. La prima proroga di un anno è stata legittima a causa del Covid. La seconda proroga, a nostro avviso, è stata invece illegittima perché si è fatta fino alla nuova approvazione della stazione appaltante. Non si può prolungare all’infinito. Cosa succede oggi, a due mesi dalla presentazione delle liste? L’amministrazione comunale ha mandato avanti il bando, ha fatto la gara, e quindi hanno già presentato le buste. Oggi si rischia di compromettere chi arriverà dopo di noi, perché questa gara prevede il proseguo per i prossimi cinque anni, “compromettendo” una nuova amministrazione comunale. Il nostro impegno è di mettere non un avvocato ma quattro, per capire se questa procedura poteva essere compiuta a due mesi dalla presentazione della lista. L’unico impegno che possiamo assumere è questo, altrimenti saremo con le mani legate per altri cinque anni, se vinceremo, e non per volontà politica nostra».

Arrivando al sodo, dunque, quali sarebbero le proposte per diminuire la pressione fiscale? «Serve l’adozione del piano spiaggia e l’approvazione del PSC, perché questi comportano un’economia anche nei confronti dell’ente. Con quell’economia hai la possibilità di ridurre il carico fiscale dei cittadini, creare sviluppo, creare lavoro, ed ovviamente incassare. Se ci sono giovani che aprono attività a Bova Marina, è normale che paghino le tasse. Questo crea uno sviluppo economico e quindi è sempre un vantaggio per le casse dell’ente, così da poter comportare una diminuzione del carico fiscale».

Parliamo di infrastrutture. In una sua nota recente accusa l’amministrazione uscente di fare una sorta di rincorsa al portare risultati ed a metterli in mostra, domandandosi cosa si sia fatto in questi cinque anni. «È un classico vecchio modo di fare politica. La risposta alle carenze che i cittadini chiedevano cinque anni fa, come il decoro, la pulizia e l’ordine, stanno avvenendo nei due mesi precedenti alle elezioni. Cosa pensiamo noi? Che questi due mesi servano a garantire altri cinque anni a questa lista che si propone come la continuazione della politica dell’ex amministrazione comunale che andrà a scadenza. Parlare oggi di porto è pura propaganda politica. Noi siamo favorevoli alla realizzazione del porto, ma siamo contrari a questa propaganda. Con il sindaco ho assunto una responsabilità eclatante durante la presentazione del nostro programma. Ho detto: “portami un atto concreto e io ritiro la lista”. Ed il sindaco propone un convegno per leggere una missiva della Regione Calabria che dice che esiste un accordo tra Stato, Regione e Bova Marina. Quella presentata è una proposta che è stata ritenuta accoglibile “previo rilascio di pareri”. Non esiste un atto: il governatore ha preso un impegno, ma non è una cosa concreta. Se la Regione Calabria ha un fondo di novanta milioni di euro, pensi che sia possibile erogare venticinque milioni a Bova Marina? È il trenta percento del fondo per l’intera regione. Poi sai che può succedere? Che da venticinque diventano quindici. Ma dico quindici. Poi fanno la prima tranche per la fattibilità. I tecnici si incassano i soldi. Arriverà un parere non favorevole. I tecnici si sono presi i soldi e non avremo un porto, come è successo tre volte. Questo è il nostro punto di vista».

Che soluzione propone quindi? «Parlare concretamente, portare avanti il discorso del porto Marina però con cognizione di causa. Io non posso avanzare una proposta e dire che abbiamo fatto un risultato per Bova Marina, perché non abbiamo ancora il risultato. Il risultato sarà quando avremo i pareri favorevoli e un atto deliberativo. Allora si potrà parlare di risultati. Facendo un passo di lato, abbiamo il lungomare va ricostruito, è un dato di fatto. Bisogna anche precisare che nei cinque anni, è vero che il lungomare deve essere ricostruito, però è stato abbandonato completamente. Va detto che questa amministrazione non ha fatto né opere di decoro né di messa in sicurezza. Per quanto riguarda la ricostruzione, c’è un finanziamento di due milioni di euro confermato con la rimodulazione dei fondi dei Cis. Serve però la forza politica per sollecitare l’erogazione di questi fondi e sensibilizzare sulla necessità del lungomare. Una volta che arrivano i fondi, è opportuno iniziare dalla parte già coperta dalle barriere soffolte, dalla villetta Vespia magari, come primo passo. Ovviamente, due milioni non saranno sufficienti per completare tutto il lungomare, ma penso che iniziare dalla prima parte sarebbe già un buon segno».

Altro argomento delicato è quello sulla depurazione, i cui lavori non dovrebbero tardare ad arrivare. Cosa ne pensa in merito? «Il depuratore è una questione delicata. Nella relazione di fine mandato dei commissari, si indicava che sarebbe stato completato. Ma dopo quattro anni, la Regione Calabria ha dovuto scrivere al Comune, dicendo che se non veniva fatta la gara, si sarebbe perso definitivamente il finanziamento. Questo finanziamento è stato recuperato da due amministrazioni precedenti: Squillaci prima, Crupi poi. Loro (l’amministrazione uscente, ndr) hanno fatto solo una gara d’appalto e mandata a bando dopo quattro anni su sollecitazione della Regione. Oggi, il depuratore è ancora in costruzione. Non è attivo e quindi non possiamo parlare di un’opera completata: è una situazione che si presenta uguale a cinque anni fa».

Quali sarebbero le sue priorità se diventasse sindaco? Cosa farebbe nell’immediato e cosa svilupperebbe nel corso del tempo? «il confronto con i cittadini è fondamentale. Parlare con loro, spiegare come stanno le cose, raccogliere proposte e idee, e non chiudersi all’interno del palazzo. Questo è l’obiettivo. I punti di forza del programma sono nove e riguardano il rilancio del turismo, l’adozione del piano spiaggia, l’approvazione del piano strutturale, il ripristino delle strutture sportive, e una riduzione della pressione fiscale. Affronteremo la questione delle società esterne, promuoveremo politiche di inclusione per le disabilità e lavoreremo sui beni confiscati alla criminalità organizzata, mettendoli a bando per assegnarli ad associazioni competenti. La ricostruzione del lungomare sarà una priorità, come ho detto prima, richiedendo forza politica e sensibilizzazione. Lo farò insieme alla mia squadra, tutte persone competenti. In questi giorni abbiamo aperto una sede elettorale che si è trasformata in un laboratorio di idee. Sono convinto che sia una squadra che può stare al passo e che può lavorare bene per Bova Marina».