Presentato il nuovo pulmino di Onda Orange che accompagnerà “Rotta civica”, il percorso a tappe nelle aree spesso rimaste ai margini dell’interesse politico. Prima tappa tra Cataforio e San Salvatore, tra patrimonio storico, agricoltura identitaria e criticità strutturali, per rilanciare una partecipazione reale e dal basso
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Parte dalle periferie, ma guarda all’intera città, il nuovo percorso politico e civico promosso da Onda Orange, che ha presentato il progetto “Rotta civica”, un viaggio a tappe pensato per attraversare fisicamente e simbolicamente Reggio Calabria, dalla Marina fino all’area collinare e montana.
Un’iniziativa che prende forma attorno a un pulmino, destinato a diventare il compagno di viaggio nelle prossime settimane, e che vuole ristabilire un contatto diretto tra politica e territori, puntando su presenza, ascolto e coinvolgimento. «Una politica che attraversa la città», come l’ha definita Massimo Canale durante il punto stampa di presentazione.
«Reggio è una città grande, smagliata, con un’estensione territoriale enorme – ha spiegato – che va dalla Marina fino all’alta montagna. Per questo abbiamo scelto di percorrerla, di raggiungere fisicamente tutti i luoghi della città, per far comprendere che esiste una politica vicina alle persone, che ascolta e prova a capire cosa accade davvero nei territori».
“Rotta civica” non è soltanto il nome del mezzo, ma il senso di un percorso che guarda anche ai prossimi appuntamenti elettorali, chiedendo una partecipazione autentica dal basso. L’idea è quella di un impegno diretto e coraggioso da parte dei cittadini, chiamati a diventare protagonisti della città di domani e non semplici spettatori delle scelte politiche.
La prima tappa non è casuale. Il pulmino ha fatto rotta verso Cataforio e San Salvatore, luoghi apparentemente lontani dal centro urbano ma densi di storia, cultura e potenzialità. Territori che, pur restando ai margini del racconto pubblico, conservano una forte identità e rappresentano un patrimonio prezioso per l’intera città.
Da un lato l’attenzione alle evidenze storiche e archeologiche, come il sito dell’antica città di Motta Sant’Agata, uno dei luoghi simbolici della storia reggina. Dall’altro lo sguardo rivolto alle colture identitarie della vallata del Sant’Agata, come il bergamotto, oggi al centro di un rinnovato interesse da parte di una nuova generazione di agricoltori.
«Ci sono giovani che stanno riscoprendo le attività dei loro genitori e dei loro nonni – ha spiegato Canale – rimettendole a regime in chiave più moderna. Questo ci dice che le periferie non sono solo luoghi di emarginazione o carenza di servizi, ma anche spazi capaci di produrre cultura, economia e visioni di futuro».
Un approccio che non ignora le criticità strutturali. Il tema dei servizi mancanti resta centrale, così come quello del decentramento amministrativo e del degrado ambientale. Tra gli esempi citati, quello delle discariche abusive, fenomeno che riguarda non solo l’inciviltà occasionale ma anche cittadini regolarmente censiti e destinatari della tassa sui rifiuti, segno di un rapporto distorto tra sistema di raccolta, costi sostenuti dalle famiglie e comportamenti diffusi.
Numeri e situazioni che, secondo Onda Orange, impongono una riflessione profonda sul modello di città e sulla necessità di ricucire il rapporto tra centro e periferie, trasformando i margini in una risorsa e non in un problema da rimuovere.
Il viaggio di “Rotta civica” proseguirà nelle prossime settimane con nuove tappe, alcune già individuate, altre che nasceranno dalle sollecitazioni dei cittadini incontrati lungo il percorso. Un cammino che punta a trasformare l’ascolto in proposta politica e la presenza nei territori in una visione complessiva, partendo dalle periferie per ripensare il futuro di Reggio Calabria.

