Il capogruppo della Lega De Biasi saluta con favore l’elezione di Tino Scopelliti, augurando buon lavoro ai neo assessori Giuggi Palmenta e Filippo Burrone. La questione pregiudiziale riguarda la mancata surroga di Burrone che inficerebbe il quorum dell’aula. L’art.28 del Tuel consente al segretario generale di confermare come il quorum strutturale è comunque garantito dai presenti che ammontano a 31.
Il primo a prendere la parola è proprio il sindaco Giuseppe Falcomatà che si unisce all’in bocca al lupo rivolto a Scopelliti, e rimarca il lavoro di restyling a cui è stata sottoposta l’aula Battaglia del Consiglio comunale che presenta un nuovo impianto fonico e non solo.


Falcomatà parte però dalle novità dell’inchiesta “Ducale”: «cogliamo l’occasione adesso che si va verso la fase della conclusione dell’attività giudiziaria, manifestando fiducia nella magistratura». Falcomatà ricorda come a luglio proprio nell’aula del Consiglio i toni furono «abbastanza forti, decisi e convinti» con l’accorata lettera di un gruppo consiliare con abbandono dell’aula, ma anche l’invocazione dell’arrivo della Commissione d’accesso, come la richiesta di dimissioni per restituire alla città un governo cittadino che fosse in discontinuità, ma anche attacchi nei confronti di alcuni consiglieri comunali definiti ipocriti con l’invito a staccare la spina. «A diversi giorni dal terzo no della Cassazione, nessuno ha detto alcunché. Non lo abbiamo visto né sentito dentro e fuori l’aula, Manca la capacità di fare autocritica rispetto a convinzioni che vengono poi puntualmente smentite».
Poi gli auguri ai nuovi assessori entrati in giunta nel weekend. Per una è un gradito ritorno, per l’altro un esordio: «Hanno la cultura del lavoro ed esperienza, insieme ad ampio sostegno degli uffici».

Non è mancato il ringraziamento a Lanucara, Zoccali e Costantino. «Siamo difronte ad una fase diversa, il sindaco ha la possibilità di interpretarla a suo modo rafforzando e consolidando, magari allargando, un percorso amministrativo e politico in linea con i valori che ci hanno portato alla guida della città. Valori che devono far parte di chiunque voglia far parte di una maggioranza che ha principi cardine legalità trasparenze e comunità di valori. Questo il ragionamento che ci ha portato a vivere questa nuova fase».
Demetrio Marino (FdI) dai banchi delle opposizioni si dice in qualche maniera stupito dalla manovra del sindaco: «Non me lo aspettavo per due motivi, di una parte per lo spessore degli assessori uscenti, dall’altra perché a sei mesi dall’ingresso del semestre bianco non pensavo si facesse un ulteriore passaggio che non cambia molto dal punto di vista politico».

Ma restano i dubbi. Marino si domanda se esistano problemi di natura politica o se ci sia stata pressione da parte dei partiti per entrare nell’esecutivo.
Dalla maggioranza tocca a Giuseppe Marino ringraziare chi esce e porgere gli auguri ai nuovi membri dell’esecutivo. Da qui per porgere la solidarietà a Burrone anche per «gli attacchi scomposti ricevuti nelle ultime ore». Riferendosi poi all’ultimo anno di questa travagliata consiliatura cerca di stare in equilibrio: «Comprendiamo appieno la visione del sindaco che vuole dare una prospettiva politica nuova e profondamente diversa da quella che viene proposta dalla destra che governa a livello nazionale e la nostra regione».

Marino stabilisce anche un perimetro per chi può condividere quella prospettiva: «Le chiediamo di favorire in questo tempo un processo democratico di confronto aperto, largo che ci consenta di elaborare una piattaforma politica che promuova anche la partecipazione dei cittadini. Il turnover in giunta è fisiologico, non ci sconvolgiamo, ma questo sindaco è un momento particolare in cui tutte le forze politiche sono chiamate ad un percorso di condivisione pieno. Per questo come Partito democratico le abbiamo chiesto di osare di più, di convocare la coalizione, di allargare il confronto e proiettare la maggioranza verso una fase nuova che guardi al futuro col coraggio dell’innovazione e del cambiamento riconoscendo gli errori commessi in questi anni ma con l’orgoglio di aver tirato fuori la città da una situazione difficilissima. Falcomatà è il sindaco che ha consentito a Reggio di superare una fase difficilissima, non lo possiamo dimenticare. Insieme dobbiamo costruire una nuova stagione politica».


Dopo avercela messa tutta per non apparire né accondiscendente, né catastrofico, Marino rivolge le sue attenzioni all’opposizione: «La destra è sempre la stessa, ancorata al passato nell’imbarazzante difesa ad oltranza del modello Reggio Scopellitiano. Un passato che volete far ritornare riscoprendo una verginità che non vi consentiremo».
Da parte sua Federico Milia (FI) si dice stupito del fatto che Marino parli del centrodestra quando il Pd dice di aver appreso il cambio in giunta dai giornali. Rimpasto che a dieci mesi dalle elezioni che prima ha visto immeritatamente bocciata la Palmenta per poi riportarla in giunta. Se non è scontro questo…». Il capogruppo degli azzurri chiede meno chiacchiere e qualche «mea culpa in più», ribattendo: «il centrodestra è unito».

Saverio Pazzano esce fuori dalla liturgia della seduta e punta i fari sulla questione sempre aperta di Piazza del popolo, quasi fosse un monito all’amministrazione a non abbassare la guardia.
Massimo Ripepi è convinto che Falcomatà non si renda conto di quello che dici o c omunque si dimentica quello che dice. «Avete mancato di rispetto alla città, avete fatto cose peggiori e siete l’essenza della falsità. Finitela di prendere in giro il Consiglio comunale».

Ripepi si chiede come in particolare Burrone, riuscirà a capire come funziona l’assessorato «avendo anche la delega alle grandi opere». Rivolgendosi poi a Peppe Marino, lo accusa di aver fatto un discorso di «superca**ole» dette come fossero verità. Il leader regionale di Alternativa popolare non risparmi a il sindaco: «Stai portando avanti te stesso e la tua carriera politica. Lo stai facendo in maniera spregiudicata a spese della città, e ci fai pure la morale. In questo anno che resta – ha concluso – faremo di tutto per spiegare alla città cosa sta facendo, trasformando ogni cosa per il suo interesse».
Armando Neri si domanda dove sono andati a finire i diritti collettivi della città le esigenze delle periferie: «Stamattina faccio fatica a capire se ci troviamo in Consiglio comunale. Si fanno discussioni su temi importanti ma che non riguardano la città e, invece, ci troviamo a discutere dell’ennesimo teatrino e dell’ennesimo valzer di poltrone».
Peppe Sera quali sono gli equilibri interni alla coalizione, e dei partiti stessi. «Se il segretario provinciale ha scritto qualcosa, è una sua opinione, noi siamo qui e le scelte fatte sono solo del sindaco che è l’allenatore di questa squadra. Non mischiamo l’azione amministrativa con quella politica. Sarà il sindaco a dare conto del suo operato e delle sue scelte dettate dal momento contestuale».
Merenda, Cardia, Barreca, Maiolino e Versace completano i preliminari portando acqua al loro mulino tra accuse reciproche e rivendicazioni, con le solite rievocazioni storiche