L’ex assessore e attuale responsabile Lavori Pubblici di Forza Italia critica la decisione del Comune: «Un intervento superficiale che minaccia un unicum ambientale e abitativo. Serve una ricognizione sul posto e una soluzione alternativa»
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«La notizia che l’Amministrazione Comunale, con l’avvio della procedura degli espropri, intenderebbe cancellare lo storico quartiere cittadino “Candeloro”, con caratteristiche ambientali più uniche che rare, grazie al microsistema esistente, lascia, e non solo noi, del tutto esterrefatti.
E’ evidente che la relazione tecnica approvata dalla Giunta è stata redatta sulla base della solite superficiali indicazioni politiche e senza che nessun amministratore e lo stesso tecnico redattore, si siano premurati prioritariamente di verificare cosa insista all’interno del sito. Avrebbero così accertato che, accanto al degrado che interessa sia la parte prossima al porto che il litorale, esiste all’inizio del comprensorio una realtà di unità immobiliari private di ottima fattura e manutenzione, ad uno o due piani, unifamiliari o bifamiliari, nonché un prezioso mini orto botanico, ove sono state insediate nel corso dei decenni piante autoctone ed alberi ad alto fusto pregiati, ben curati e mantenuti».
E’ quanto afferma Candeloro Imbalzano, già più volte assessore comunale, vice sindaco e Consigliere Regionale, nonchè attuale responsabile del Dipartimento Lavori Pubblici del Coordinamento Cittadino di “Forza Italia”.
«Per fortuna, siamo ben lontani dagli anni ’30, epoca in cui il Fuhrer commissionava con atto d’imperio all’architetto di fiducia del regime nazista, Albert Speer, faraoniche infrastrutture, con un campo di calcio da 400.000 posti e arterie stradali larghe 120 metri, poi naturalmente mai realizzati: in questo caso, per fortuna, si puo’ porre ampio e ragionevole rimedio. Sarebbe bastato che i soggetti preposti avessero fatto preliminarmente una puntuale ricognizione presso il comprensorio privato esistente, per rendersi conto di una realtà ben diversa da quella descritta ed immaginata, soprattutto che nulla ha a che vedere col resto , degradato, del quartiere», aggiunge Candeloro Imbalzano.
«Peraltro, il coinvolgimento di questo “unicum” ambientale nella realizzazione del camminamento a piedi verso il costruendo Museo del Mare, non è affatto necessario, in quanto già esistente, adiacente al vicino parco di impianti fotovoltaici, ancora del tutto inutilizzato, ed all’annesso parcheggio», continua Imbalzano.
«A prescindere dal conflitto che potrebbe generarsi tra due pubblici interessi, uno, discutibile, del Comune, vista la non indispensabilità della cancellazione di tutto il Quartiere, e l’altro, innegabile, del mantenimento e della conservazione dell’ecosistema esistente, appare del tutto sproporzionata l’apposizione del vincolo espropriativo sulle proprietà private e sulla irreversibile, conseguente compromissione del sito naturale attualmente in essere. Se poi aggiungiamo che l’area è sottoposta a vincoli archeologici ed a quelli delle Zone di Protezione Speciale, previsti dalle attuali norme e garantiti da una univoca giurisprudenza, appare più che ragionevole ed indispensabile una riconsiderazione complessiva dell’ipotesi progettuale, per individuare una soluzione alternativa, previo puntuale sopralluogo all’interno del sito interessato e per non creare difficoltà e ritardi, altrimenti inevitabili, ad una opera di oggettiva, necessaria e mirata riqualificazione, ampiamente caldeggiata dagli stessi cittadini del Quartiere “Candeloro”».

