La decisione della Corte Costituzionale che ha dichiarato inammissibile il ricorso del Governo contro la legge della Regione Puglia sul salario minimo riapre il dibattito anche in Calabria. A sottolinearlo sono l’europarlamentare Pasquale Tridico e il consigliere regionale Enzo Bruno, che tornano a chiedere l’introduzione di una soglia salariale minima anche a livello regionale.

«Dopo la bocciatura della Corte dei Conti sul ponte sullo Stretto, il governo Meloni è costretto a incassare anche quella della Corte Costituzionale, questa volta sulla legge della Regione Puglia che ha introdotto il salario minimo ad almeno 9 euro l’ora», dichiarano Tridico e Bruno. «L’inammissibilità del ricorso presentato dal governo è un’altra fondamentale vittoria, una pagina di storia importante anche per il futuro della Calabria».

Secondo i due esponenti politici, fissare una soglia minima obbligatoria rappresenta un passaggio imprescindibile sul piano della giustizia sociale. «Stabilire il confine tra lavoro e sfruttamento è un obiettivo non più rinviabile. È tempo che anche in Italia, come avviene in 22 dei 27 Paesi europei, si introducano criteri chiari per garantire una misura di dignità».

Tridico e Bruno ricordano come la proposta del salario minimo regionale fosse già presente nel programma elettorale presentato ai calabresi durante l’ultima campagna elettorale. «Avevamo proposto il salario minimo regionale per combattere il lavoro povero e garantire dignità economica a tutti, senza aumentare le imposte alle imprese».

Da qui l’appello a un’iniziativa legislativa anche in Calabria. «Si lavori a una proposta di legge regionale che garantisca ai lavoratori che hanno rapporti con la Regione un minimo di 9 euro l’ora. Al di sotto di quella soglia non si parla solo di sfruttamento, ma si calpesta la dignità delle persone».