Mentre le dirette concorrenti si muovono sul mercato con decisione, la Reggina è chiamata ad alzare immediatamente il ritmo. L’assenso di Barranco è un segnale positivo, ma non può rimanere un episodio isolato: per costruire una squadra da vertice servono interventi mirati, concreti e tempestivi. Ogni giorno perso è un’opportunità sprecata.

La firma imminente di Bruno Barranco, che ha scelto di restare a Reggio Calabria dopo una trattativa lunga e insidiosa, è sicuramente un primo passo nella direzione giusta, un segnale chiaro di volontà e continuità, che merita di essere sottolineato e riconosciuto. Ma proprio perché si tratta di una mossa intelligente e ben calibrata, non può rimanere un caso isolato. Anzi, proprio l’accordo con il centravanti argentino deve rappresentare il punto di partenza di un’accelerazione decisa e consapevole sul mercato, perché il tempo delle attese e delle riflessioni si è ormai consumato.

Le concorrenti, nel frattempo, non stanno a guardare: la Nissa si è già mossa con decisione, la Scafatese, pur nell’incertezza legata alla composizione dei gironi, ha iniziato a costruire con metodo e anticipo, dando un chiaro segnale alla categoria. La Reggina, invece, ha mostrato finora prudenza, forse eccessiva e ora è chiamata a cambiare passo con urgenza, perché il rischio più grande non è sbagliare un’operazione, ma perdere il treno delle opportunità migliori semplicemente per aver esitato troppo a lungo.

In questo momento storico, in un contesto in cui la tifoseria amaranto ha espresso in modo netto e inequivocabile il desiderio di vivere una stagione straordinaria, non si possono commettere errori di sottovalutazione, né tanto meno affidarsi al caso. Le ambizioni della piazza sono chiare, la fame di vittoria è tangibile e il margine di tolleranza nei confronti dell’immobilismo si è praticamente azzerato. Ogni giorno che passa senza un innesto mirato è un passo indietro rispetto all’obiettivo, ogni occasione lasciata sfumare è un colpo inferto all’entusiasmo collettivo che, oggi più che mai, rappresenta una risorsa preziosa.

Il mercato, in fondo, non è solo una questione tecnica: è un segnale politico, è un atto di forza, è una dichiarazione d’intenti. E in un contesto come quello amaranto, dove il progetto sportivo deve poggiare su basi solide, ogni scelta pesa più del solito. Non servono dieci nomi, non serve allungare le rose inutilmente: servono quattro, cinque giocatori veri, capaci di fare la differenza, di alzare il livello e di guidare la squadra nei momenti decisivi. Giocatori pronti, affidabili, già dentro la mentalità vincente che Reggio pretende.

La Reggina ha tutto per giocarsi un campionato di vertice: ha la storia, la maglia, una tifoseria che non ha mai smesso di crederci, nemmeno nei momenti più duri. Ha una base tecnica già delineata, un allenatore che sa quello che vuole e ora anche una certezza in attacco con la conferma di Barranco. Ma non basta, non può bastare. Se si vuole vincere davvero, se si vuole essere protagonisti fino in fondo, allora bisogna intervenire con decisione, senza timori e senza esitazioni, perché le grandi occasioni non aspettano e il tempo perso oggi rischia di pesare come un macigno domani.

Il momento è adesso. Le scelte vanno fatte adesso. Perché il campionato non si vince a settembre, si costruisce a giugno e chi vuole arrivare primo non può permettersi di partire tardi.