Cicciocozza: io ci volevo chiamare anche il mio cane così, tutto attaccato, Cicciocozza, ma la mia ragazza di allora non me lo permise. Quasi non ci credo che oggi compie mezzo secolo. Se c’è un giocatore nella storia della Reggina con cui i tifosi, almeno quelli tra i 40 e i 50, si sono identificati, anche solo una volta, quello è sicuramento Ciccio Cozza, il Capitano. Protagonista di una stagione magica durata quasi vent’anni, condottiero schivo di una squadra Cenerentola e figlia di una città sempre sull’orlo del baratro, parafulmine di una (parte) di tifoseria che si era fatta la bocca buona e che quando le cose non giravano al meglio gli smadonnava contro. Cozza c’era sempre. C’era da ragazzino, quando la squadra primavera si giocò lo scudetto con il Toro di un altrettanto ragazzino Bobo Vieri. C’era in serie B quando in punta di piedi si prese il posto nell’anno della cavalcata del ’99. C’era in serie A, a segnare la storia della Reggina nell’Olimpo del calcio, bandiera romantica di un calcio in cui il romanticismo cominciava ad essere merce rara.

Forse non è stato il più forte calciatore mai sbarcato sullo Stretto, che a leggere le formazioni degli anni del paradiso c’è da farsi venire i brividi. Probabilmente è quello che meglio ha incarnato lo spirito di un intero territorio: talentuoso e un po’ indolente, determinato ma senza prendersi troppo sul serio. Difficile stabilire una gerarchia tra le tante magie che legano Ciccio Cozza alla storia della Reggina. La legnata di Brescia che finisce nel 7 quando tutto sembrava perduto, il gol che ammutolì il San Filippo mandando in estasi i 2mila reggini al seguito, quello con pallonetto beffardo dell’Olimpico dopo avere mandato Aldair e Zago a prendere un caffè in tribuna. O ancora il tiretto un po’ zappato che si arrampica su un furioso Taibi e manda l’Atalanta in serie B al posto nostro o, per restare in tema “purgamenti”, quello di rabbia sotto la Sud che scava la fossa a quelli dall’altra parte dello Stretto. Inutile scegliere, fanno tutti parte della nostra storia. Buon compleanno Ciccio Cozza, buon compleanno capitano, se ti mettessi gli scarpini e scendessi in campo, riusciresti sicuramente a fare segnare anche Bolzicco.
(Barney p)