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Nessuna operazione nostalgia, ma uno sguardo al passato per avere nuovi stimoli. È il senso del ritorno della Democrazia Cristiana nell’agone politico regionale di cui Walter Melcore, ospite negli studi di Corso Garibaldi, è stato nominato presidente provinciale

«Perché è importante la Democrazia Cristiana? Perché manca la componente della mediazione, del confronto – ha espresso Melcore – c’è tanta lotta, tanto astio, tanto conflitto nella scenario politico nazionale attuale sia da una da uno schieramento che nell’altro. Manca il partito di mediazione, di confronto, di riflessione, di proposta, manca il partito della dottrina sociale della Chiesa che ha condizionato positivamente sessant’anni della politica italiana. Non siamo nostalgici, ma guardiamo il passato per avere nuovi stimoli».

Lo scudo crociato ritiene di poter giocare un ruolo molto importante nello scenario politico calabrese. «Avendo seguito i sondaggi ultimi sull’assenteismo nelle urne si è percepito che la moltitudine di chi non è andato a votare è gente di centro – ha rimarcato – fondamentalmente cattolici democratici che non ci vedono più rappresentati e non si sentono motivati. Per cui è necessaria la presenza di un soggetto politico che sia moderato e propositivo, che sia di mediazione nei confronti, che non sia assolutista».

I democristiani calabresi guardano dunque con fiducia ai prossimi appuntamenti elettorali. «Sono sette mesi che lavoriamo sul territorio grazie a Michele Ranieri, persona di grande profilo morale e politico, che sta riorganizzando il partito in Calabria – ha evidenziato Melcore – Posso dire che saremo presenti con la nostra lista alle regionali prossime e anche alle nazionali. Noi riteniamo di avere un rapporto privilegiato con il centrodestra. Un leader? Ci sono una settantina di uomini e donne che hanno la velleità di rappresentare il partito, ma è questo il tempo della chiarezza non del sotterfugio, non dell’affarismo. Ci sono uomini e donne meritevoli e sarebbe supponente da parte mia citarne uno adesso. Verranno valutate le idee rispetto al curriculum».

Da Melcore infine un’analisi sui problemi principali della Calabria. «La sanità è il problema più pesante e condizionante della nostra regione, un problema storicamente antico sottovalutato da tutte le le coalizioni che si sono alternate – ha chiosato – Occhiuto in qualità di commissario non possiamo dire ad oggi che ha rivoluzionato e ha cambiato la storia della sanità della Calabria, ma qualcosa di interessante inizia a vedersi. Bisogna avere il coraggio il fegato di ripensare e azzerare la sanità, portare il tamponamento, la pezza non serve. Nella Locride si rischia l’amputaziome del servizio sanitario con l’ospedale di Locri. Inoltre sulla 106 si continua a morire e sono passati 100 anni. Siamo in forte ritardo».