di Lorenzo Vazzana – Nel silenzio azzurro del tramonto, quando il giorno sfuma lentamente e il cielo si prepara alla notte, Scilla si mostra in tutta la sua potenza. La scultura che la raffigura, con le sue teste ferine, ali tese e forme umane, sembra risvegliarsi alla luce della luna che si affaccia sullo Stretto. È il mito che prende forma e dialoga con il presente, raccontando storie di mare, paura e bellezza. Chi la osserva sente l’eco antico delle leggende che abitano queste acque: naviganti che tremavano al suo passaggio, dèi che si sfidavano per amore o vendetta. Eppure, in questa luce blu, c’è anche una grazia delicata, come se il tempo si fosse fermato per permettere a Scilla di raccontare la sua verità. Un invito a guardare oltre la pietra, oltre la forma, e a sentire ancora il respiro eterno del mito.