di Lorenzo Vazzana – Nessuna voce, nessuna posa, nessuna lezione. Solo due mani che si incontrano intorno a un obiettivo. E poi il mare davanti. Immobile, vasto, leggero. Ci sono gesti che non hanno bisogno di parole per essere compresi. Un padre che guida, un bambino che assorbe, la luce che entra nell’inquadratura. È tutto lì, in quel momento che dura il tempo di uno scatto, ma resta incollato all’anima per sempre.

Non si tratta solo di fotografia. Si tratta di tramandare il modo in cui si guarda il mondo. Di dire senza dire: «fermati, osserva, scegli il tuo punto di vista». Di insegnare la pazienza, la cura, l’attenzione per ciò che accade ai bordi delle cose.

Il bambino non lo sa ancora, ma porterà dentro quell’istante per tutta la vita. E forse un giorno, senza pensarci, piegherà le ginocchia allo stesso modo, metterà le mani su una macchina fotografica, e accanto a lui ci sarà qualcuno da guidare. Perché tutto ciò che impariamo davvero, lo impariamo con il cuore.
E il cuore non dimentica mai.