Dal belvedere di Scilla, un uomo contempla lo Stretto: tra silenzi, ricordi e il respiro del mare, ritrova se stesso
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di Lorenzo Vazzana – In piedi, immobile, l’uomo guarda l’orizzonte. Davanti a lui lo Stretto si apre come una poesia antica, sussurrata dalle onde. Il castello di Scilla veglia silenzioso, custode di storie che il tempo non ha mai cancellato. Non parla, non si muove: ascolta. I pensieri scorrono come correnti profonde, tra memoria e nostalgia. Forse ripensa a un amore perduto, a un’estate lontana, o semplicemente si lascia cullare dal ritmo lento del mare. L’aria salmastra sfiora il viso, il sole al tramonto colora di rame le acque, e in quel momento tutto sembra sospeso. Lo Stretto, così vicino eppure così misterioso, diventa specchio dell’anima.

