I sondaggi, si sa, sono destinati a dividere più che a unire. Soprattutto quelli politici. C’è chi mette in discussione il metodo, chi la platea degli intervistati, chi il periodo di confezionamento delle interviste. Insomma c’è sempre un qualcosa a cui aggrapparsi per fornire questa o quella “scusa”.

Tuttavia, Falcomatà e Voce nel 2020, Caruso nel 2021, Fiorita nel 2022 e Romeo nel 2024, sono stati eletti tutti al secondo turno, quando la scelta dei candidati si restringe a soli due nomi e soprattutto si abbassa la platea dei votanti. Il consenso, in termini di perdita o acquisizione, nel sondaggio in questione è dunque commisurato al ballottaggio e non al primo turno, quando la partita aperta mette nelle condizioni gli elettori di fare una vera e consapevole scelta su uomini e schieramenti, visto che spesso al secondo turno, converge su questo o quel nome anche chi fino a quindici giorni prima era un avversario.

Una valutazione non da poco se si tiene conto di questi dettagli, non trascurabili. Ad esempio Voce al primo turno fu votato dal 36,22% dei suoi concittadini, arrivando al 63,95% al ballottaggio. Oggi è apprezzato dal 57,5% dei crotonesi: se si rapporta al secondo turno la perdita è del 6,5%, se al primo turno la perdita diventa incremento di consenso e supera i dieci punti percentuali. A Caruso (50%) si imputa una perdita di 7,6 punti, sempre legato al dato del ballottaggio, ma nel primo turno raccolse solo il 23,78%. Nicola Fiorita nel 2022 ha raccolto il 58,24% al ballottaggio, mentre al primo turno si fermò al 31,71%, oggi vanta un gradimento del 49% e, secondo il sondaggio, in calo di 9,2 punti rispetto all’elezione del 2022. Lo stesso dicasi per Falcomatà, che nel primo turno raccolse il 37,17%, arrivando al 58,36% al ballottaggio. La sua perdita è stimata in oltre 11 punti percentuali, ma se fosse rapportata al primo turno ne avrebbe guadagnati 10.

Insomma, a seconda del turno considerato – ma se vogliamo anche della convenienza – si determina l’aumento o la perdita di consenso di un qualsiasi primo cittadino. Ma non v’è chi non veda che in questa valutazione non sono tenuti in considerazione troppe variabili. I votanti in prima battuta e l’affermazione “vera” al primo turno.

Noto sondaggi e Sole24Ore, però, dicono chiaramente una cosa: «…Non si tratta di un sondaggio elettorale, per la semplice ragione che negli enti monitorati non ci sono elezioni e quindi non sono in gioco nemmeno candidati alternativi. L’obiettivo è infatti quello di misurare il gradimento del sindaco da parte dei cittadini nei termini più diretti, riassunti nella domanda sulla disponibilità a rieleggerlo in caso di voto. In quest’ottica, il gradimento dei sindaci sembra continuare a godere di una salute ottima, e in crescita».

La domanda è quindi una ed una sola: come si vogliono leggere quei dati? Il punto è che se si vuol leggere bene questi numeri bisogna partire dal primo turno, per le motivazioni che sono state già accennate. Il che significa che alle prossime comunali c’è un fattore in più da tenere conto, ed è il gradimento del sindaco uscente. Del resto le elezioni recenti lo hanno insegnato a chiunque: se non indovini il candidato anche la più scontata delle partite può diventare una débâcle.

Ma quel 47% di gradimento attuale – che può salire o scendere, da qui al voto – non potrà essere sfruttato a pieno dal centrosinistra che deve considerarlo quantomeno dimezzato vista l’assenza di Falcomatà tra i possibili candidati, visto che non si potrà candidare per la terza volta a Palazzo San Giorgio, ma potrà sfruttarlo per le sue ambizioni di essere il candidato presidente alla Cittadella, a patto che poi a Reggio (ri)vinca il centrosinistra. Come dire, una cartolina o biglietto da visita da esibire insieme al curriculum sul tavolo della coalizione.

Ecco perché, per centrosinistra e centrodestra, è importante non sbagliare il candidato. Ormai è chiaro che se un’accelerazione verrà impressa, in entrambe le coalizioni, lo si farà dopo l’estate. Per adesso i partiti e gli attori protagonisti si divertono a intrattenere le folle parlando di programmi e visioni, di opportunità ed errori da cancellare, ma la verità è che il tempo scorre, e nulla è più come sembra.