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«Dai documenti in nostro possesso la Casa della salute di Scilla non è inclusa in nessun finanziamento dei fondi PNRR o dei fondi regionali».
Antonio Scopelliti, segretario del sindacato dei pensionati Cgil sostiene che sia la struttura di Scilla che quella di Palmi sarebbero state derubricate e non saranno realizzate: «Dobbiamo ostacolare in ogni modo questa linea seguita dalla politica, non solo in Calabria, che conduce alla privatizzazione della sanità».
La denuncia
Scopelliti, carte alla mano, ha confermato che «l’unica cosa che esiste è il vecchio finanziamento di 8 milioni che era ripartito in tre anni. Soldi al suo tempo assegnati per la riconversione da ospedale a casa della salute. Fondi mai spesi e che scadranno il 31 dicembre di quest’anno. Anche se fossero disponibili, in ogni caso sarebbero somme insufficienti per le opere da fare».
I progetti della Regione
A preoccupare sono le intenzioni della Regione perché «Fermo restando che noi ad oggi le disconosciamo in quanto InvItalia ha dichiarato inagibile quel fabbricato nel 2022. Ma da settembre e ad oggi non è dato sapere le reali intenzioni della regione. Quindi, tutto lascia presupporre che questa Casa della salute non sarà mai riaperta».
Il personale sanitario
Rimane intatta anche l’incognita personale medico carente. Un elemento che riguarda non solo Scilla. «La nostra preoccupazione scaturisce dal fatto che ci sono i fondi PNRR e in alcuni integrati con fondi regionali per la realizzazione delle opere. Ma realizzate queste opere se non vengono previsti e assegnati dei fondi per l’assunzione del personale si rischia che questi restino cattedrali nel deserto. Peggio ancora e ben più grave che vengono date in ingestione al privato».