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L’intelligenza artificiale di Meta ha fatto il suo debutto su WhatsApp anche in Italia, portando con sé una serie di nuove funzionalità e, al contempo, sollevando interrogativi sulla privacy degli utenti. La distribuzione graduale di Meta AI, basata sul modello linguistico Llama 3.2, ha introdotto un’icona dedicata e un pulsante nell’angolo inferiore destro dell’app, sia nella versione mobile che desktop, per avviare conversazioni con l’IA.
Una volta avviata la chat con Meta AI, un messaggio informativo spiega che si tratta di un “servizio opzionale” in grado di leggere solo i messaggi condivisi con esso, mantenendo le altre conversazioni protette dalla crittografia end-to-end. Tuttavia, l’informativa invita gli utenti a non condividere informazioni sensibili, poiché i dati potrebbero essere condivisi con “partner selezionati” per fornire risposte pertinenti.
Tra le funzionalità principali possiamo avere risposte rapide a domande complesse, consigli personalizzati, sintesi e riassunti di testo, traduzioni e correzione grammaticale, aiuto nella scrittura di email, messaggi, testi brevi.
In alcuni casi, l’assistente può anche generare immagini AI partendo da una tua descrizione testuale, utilizzando la funzione “Imagine” di Meta. Basta scrivere “@Meta AI crea un’immagine di…” e aspettare la magia.
Nonostante le potenzialità offerte dall’IA, molti utenti hanno espresso preoccupazioni riguardo alla privacy e alla gestione dei dati. La presenza dell’icona di Meta AI nell’interfaccia di WhatsApp ha spinto alcuni a cercare informazioni su come rimuoverla, sebbene l’IA stessa abbia confermato che la funzionalità è integrata e non disinstallabile, lasciando agli utenti la scelta di non utilizzarla.