Reggio, i ragazzi di Arghillà hanno il loro primo campo sportivo all’aperto – FOTOGALLERY e VIDEO
Una sfida (ri)lanciata dal Comune in collaborazione con il Csi e le associazioni impegnate sul territorio. Oggi pomeriggio la partita inaugurale tra i ragazzi del quartiere e i magistrati reggini
Un nuovo inizio che ha il sapore della tenacia e della costanza in un quartiere in cui il degrado non solo ambientale è una sfida quotidiana. Nuovo calcio d’inizio nel primo impianto sportivo pubblico all’aperto nel quartiere tormentato di Arghillà, nella periferia nord di Reggio Calabria.
Una partita tra i magistrati reggini e i ragazzi della polisportiva Arghillà a colori Csi ha animato questo pomeriggio il rione Modenelle dove, come già avvenuto prima della pandemia, è stato nuovamente inaugurato il campo di calcio.
Il gioco per educare e cambiare
«Un avamposto educativo fondamentale in questo quartiere e un traguardo importante in un percorso di normalità che deve potersi nutrire del diritto fondamentale al gioco e allo sport. Questo impianto, realizzato dal Comune di Reggio, è stato fortemente voluto dai ragazzi della polisportiva Arghillà a colori. Gli stessi che cinque anni fa avevano già bonificato a mani nude quest’area, poi tornata una discarica di carcasse di auto e rifiuti. Quello di oggi è un nuovo inizio per garantire il diritto al gioco. Il gioco crea relazione e genera cambiamento. Ne siamo convinti e proseguiremo in questa direzione». Così Paolo Cicciù, presidente del centro sportivo italiano (Csi) di Reggio Calabria.
L’inaugurazione
Presente le delegazioni di tutte le forze dell’ordine, il viceprefetto Maria Stefania Caracciolo, l’attuale consigliere comunale con delega allo sport Gianni Latella, l’assessora comunale alle Politiche giovanili di Reggio Calabria, Giuggi Palmenta, e il sindaco ff del comune di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.
Uno spazio da custodire e salvaguardare
«L’amministrazione ha creato questo spazio di aggregazione che toccherà adesso ai ragazzi gestire e salvaguardare. Vorremmo lanciare questo appello alla responsabilità. Il loro contributo sarà fondamentale per il rispetto delle regole in questo quartiere critico ma anche dal grande potenziale. C’è tanta bellezza e ci sono persone straordinarie che danno speranza a noi tutti. Questa inaugurazione è il segno che gli obiettivi che sembravano mancati possono essere recuperati e conseguiti. Restano le piaghe delle discariche, della sicurezza e dell’emergenza idrica. Siamo al lavoro su tutti i fronti. Per alcuni, i comportamenti illeciti reiterati vanificano il nostro impegno, e per altri ci vuole tempo per eseguire gli interventi necessari». È quanto ha spiegato il sindaco ff Paolo Brunetti.
«Finalmente un campo tutto nostro»
«Siamo felici di avere finalmente un campo in cui potere giocare liberamente. Ho 19 anni e sono cresciuto in questo quartiere. Lavoro presso un fruttivendolo. Il lavoro e lo sport sono per me essenziali per vivere. Sono appassionato di calcio e tifosissimo della Juventus. Questo spazio sarà da noi tutti molto vissuto», ha raccontato Francesco Bevilacqua della polisportiva Arghillà a colori.
L’attenzione necessaria
«È un importante segno di attenzione a un quartiere che proprio nell’invisibilità, nell’assenza nella consapevolezza e nella coscienza della città di Reggio, è stato assaltato da illegalità e degrado. Questo spazio è speranza per molti giovani che possono scegliere di non adeguarsi ai cliché che qui sono diffusi. A loro stessi il compito di custodire questo campo, di opporre a chi volesse nuovamente deviarne la destinazione una sana resistenza. Tutti auspichiamo che questo spazio resti un campo di calcio e non torni ad essere un deposito illegale di carcasse di auto». Questo il commento di Stefano Musolino, sostituto procuratore della dda reggina, in campo con altri giovani magistrati della procura ordinaria di Reggio Calabria.
«Un momento importante per la città che regala a questi giovani un momento di svago e quindi di crescita», ha sottolineato il magistrato Nunzio De Salvo.
«Siamo qui per dare un contributo ad abbattere le barriere anche culturali che dividono la Città da questo quartiere. Giochiamo a calcio per dare un segnale che lo sport può alimentare una pacifica convivenza», ha sottolineato il magistrato Tommaso Pozzati.