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Raffaele Piria, patriota e chimico scillese che fece l’Italia unita e grande

Con la mirabile sintesi di indagini sperimentali e riflessioni teoriche, fu tra i padri dell’aspirina e della chimica moderna. La Società Chimica Italiana ha intitolato alla sua memoria una prestigiosa Medaglia di cui il prossimo 26 agosto sarà insignito il professore Maurizio Prato

Raffaele Piria, patriota e chimico scillese che fece l’Italia unita e grande

Da Scilla, dove nacque il 20 agosto del 1814 dal commerciante di olio Luigi e da Angela Tortiglione, a Palmi e a Reggio Calabria. Da Napoli a Parigi e poi ancora Napoli, Pisa, Firenze, Londra e Torino, dove morì nel luglio del 1865. Furono tanti i luoghi della vita e degli studi del padre calabrese dell’aspirina, antesignano della chimica moderna e patriota nato a Scilla 210 anni fa: Raffaele Michele Rocco Piria.

La vita

Rimasto orfano di padre in tenera età, Raffaele Piria si trasferì da uno zio a Palmi e studiò a Reggio presso il Collegio Regio (attuale liceo classico Tommaso Campanella). Diplomatosi anzitempo con profitto e manifestando una forte attitudine per le scienze e la matematica, lo zio lo iscrisse al Real Collegio medico chirurgico di Napoli dove si laureò nel 1834. Solo ventenne, divenne medico per compiacere lo zio ma la chimica e la ricerca sperimentale erano la sua vera passione e qualche anno dopo lasciò Napoli alla volta di Parigi per poterle coltivare. Qui con Jean Baptiste Andrè Dumas condusse illuminanti ricerche – con pubblicazione degli esiti su famose riviste scientifiche francesi – sulla salicina da cui ottenne prima l’idruro di salicile e poi l’acido salicilico, precursore dell’acido acetilsalicilico, principale componente dell’aspirina. I suoi esperimenti proseguirono per fornire supporti sperimentali sempre più qualificati alle ricerche in atto sulle molecole organiche isolate e sintetizzate.

Con una solida fama e un grande preparazione fece ritorno in Italia, a Napoli dove con il fisico Macedonio Melloni aprì una scuola privata di scienze sperimentali. Il matrimonio con Luisa Cosenz, figlia del generale garibaldino Enrico, precedette il suo trasferimento a Pisa dove intanto era stata istituita la facoltà di Scienze naturali la cui cattedra di Chimica fu a lui affidata.

Socio della Accademia nazionale della scienze, Piria fondò con Carlo Matteucci la rivista “Il Cimento”, poi ribattezzato “Il nuovo cimento”, tra le prime riviste scientifiche pubblicate in Italia, e con Arcangelo Sacchi diede vita agli “Annali di scienze naturali”.

La Chimica

«Notevoli sono state, tra le altre, le ricerche sull’asparagina e sull’acido aspartico che egli poté trasformare per azione dell’acido nitroso in acido malico dando così un metodo generale per passare dagli amminoacidi agli ossiacidi. Le sue ricerche in chimica organica – si legge sull’enciclopedia Treccani – riguardarono la preparazione di nuovi composti a partire da sostanze di origine vegetale quali la salicina, l’asparagina, la populina; in particolare per idrolisi della salicina, ottenne l’aldeide salicilica e da essa preparò l’acido salicilico.

Durante i suoi lavori sull’asparagina scoprì che l’acido nitroso era in grado di trasformare il gruppo ammidico o il gruppo amminico primario in un gruppo ossidrilico con svolgimento d’azoto e ciò fu utilizzato in seguito per la determinazione quantitativa dell’azoto amminico; mise a punto un metodo per la preparazione delle aldeidi dagli acidi per riduzione dei loro sali di calcio con formiato di calcio e ottenne in tal modo l’aldeide benzoica, la cinnamica e l’anisica.

Col nome di reazione di Piria è noto un metodo di preparazione degli acidi arilsulfammici (come l’acido solfanilico) per reazione dei nitroderivati aromatici con solfito di sodio e per successivo trattamento a caldo del prodotto ottenuto con acido cloridrico. Tra i suoi testi va menzionato un Trattato elementare di chimica organica (1841) che ebbe cinque edizioni».

La Patria

Chimico illuminato e anche fervido patriota. Combatté nel 1848 durante la Prima guerra di indipendenza con il Battaglione universitario pisano e poi tornò ad insegnare. Lo zio, però, lo diseredò per divergenza di vedute politiche proprio mentre i fondi alla sua università venivano ridotti.
Piria si trasferì, così, all’università di Firenze. Il suo impegno politico si declinò allora nell’incarico – da qualcuno anche osteggiato – di membro ordinario del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione, affidatogli su sollecitazione di Cavour.

Fu poi nominato da Garibaldi ministro della Pubblica Istruzione nel 1860 e poi eletto nella circoscrizione di Palmi deputato del Regno appena unito nel 1861. Fu poi voluto come senatore del Regno nel 1862 da re Vittorio Emanuele II. Raffaele Piria aveva fatto ritorno a Scilla per perorare l’adesione della Calabria al Regno (plebiscito delle Calabrie). Già dal 1856, quando era stato chiamato dal ministro Lanza, aveva insegnato Chimica Generale nell’Università di Torino, città nella quale morì il 18 luglio 1865 a causa di una malattia.

Chimico e patriota

Per approfondire il pregio dei suoi studi di Chimica, di seguito le conclusioni dell’articolo “Rìaffaele Piria e Stanislao Cannizzaro, dal 1848 al 1860 e oltre: due chimici meridionali nell’Italia Risorgimentale e post- unitaria” a firma di Roberto Zingales, dipartimento di Chimica Stanislao Cannizzaro Università di Palermo pubblicato sui Quaderni di Ricerca in Didattica (Science)”, n. 3, 2012 G.R.I.M. Department of Mathematics, University of Palermo, Italy.

Il 2011, proclamato dall’Unesco Anno Internazionale della Chimica, fu anche l’anno nel quale fu celebrato il 150° anniversario della fondazione dello Stato Italiano. In quell’occasione anche così furono ricordati due chimici italiani, il reggino Piria e il palermitano Cannizzaro suo allievo, per il loro notevole contributo allo sviluppo, teorico e sperimentale, della chimica ottocentesca e per la grande passione politica profuso per la nascita dell’Italia.

«A Pisa, Piria completò le sue indagini sulla salicina e iniziò quelle sull’asparagina, mettendo a punto le procedure di sintesi, determinandone la costituzione chimica e preparando molti loroderivati. Ancora una volta, le indagini sperimentali erano accompagnate dalle riflessioni teoriche che lo portarono a concludere che le molecole che possono decomporsi in parti stabili e chimicamente identificabili (principi prossimi), possono viceversa essere preparate, per combinazione delle loro parti costituenti.

Per tenere conto della composizione percentuale, e quindi della composizione atomica di reagenti e prodotti di queste reazioni di sintesi, Piria dovette formulare l’ipotesi che si trattasse di una reazione di condensazione, nella quale queste parti si uniscono, una perdendo un atomo di idrogeno e uno di ossigeno, l’altra un atomo di idrogeno, liberando due equivalenti (una molecola) d’acqua. Inoltre, le due sostanze di partenza si combinano nei punti nei quali è avvenuta l’eliminazione di H e OH, mentre tutto il resto della molecola rimane inalterato.

Nel 1845 partecipò alla VII Adunanza degli Scienziati italiani, tenuta a Napoli, dal 20 Settembre al 5 ottobre, svolgendole funzioni di vicepresidente della sezione chimica. Riferì i suoi risultati sulla salicina e sull’asparagina, della quale aveva delucidato la struttura molecolare e la relazione con l’acido aspartico. Il fatto che questa sia stata l’unica relazione di chimica pubblicata agli Atti evidenzia quanto Piria si distaccasse da un panorama nazionale di un’arretratezza desolante, specie se confrontato con la situazione in Francia, Inghilterra, Germania”. Durante i lavori congressuali, Melloni gli presentò un giovane e promettente studioso palermitano, Stanislao Cannizzaro, cui Piria offri il posto di primo preparatore presso il suo laboratorio pisano, dando vita a un intenso rapporto umano e scientifico, durato fino alla sua morte».

La medaglia Raffaele Piria

La Società Chimica Italiana ha conferito al professore Maurizio Prato la prestigiosa Medaglia Raffaele Piria, assegnata a una scienziata o uno scienziato che abbia onorato la Chimica Organica italiana e di essa ne rappresenti una continuità nelle più insigni tradizioni. 
La scelta del professore Prato è legata alla sua «visione antesignana che ha elevato studi fondamentali di Sintesi Organica a ricerca interdisciplinare di frontiera con eccezionale impatto scientifico e di grandissimo potenziale biomedico e tecnologico in molteplici aree di medicina rigenerativa e nanomedicina e per la conversione dell’energia solare con processi e materiali sostenibili portando lustro alla Scuola italiana di Chimica Organica e Materiali Organici».


Maurizio Prato, socio nazionale dell’Accademia dei Lincei, già professore ordinario di Chimica Organica all’Università di Trieste, è Ikerbasque Research professor presso il Cic biomagune, a Donostia San Sebastian in Spagna. Il professore Prato è noto in tutto il mondo per le sue ricerche innovative sui materiali funzionali a base di carbonio, per applicazioni nella scienza dei materiali, nella nanomedicina e nella catalisi. 
La Medaglia Raffaele Piria, che verrà consegnata lunedì 26 agosto 2024 durante l’evento “XXVIII Congresso Nazionale della Società Chimica Italiana” a Milano, corona la sua prestigiosa carriera scientifica nel nome dell’illuminato chimico e patriota di origini calabresi.


Un riconoscimento prestigioso che consacra il successo del gruppo di ricerca del professore Prato e dell’intero Dipartimento di Scienze Chimiche e Farmaceutiche, affermatosi pure con la Medaglia Ciamician ottenuta da Giacomo Filippini e con il Premio Nazionale per la Miglior Tesi di Dottorato in Chimica Organica di Beatrice Bartolomei.

La memoria

Nel bicentenario della sua nascita, nel 2014, alla memoria di Raffaele Piria era stato dedicato il congresso nazionale dei chimici, ospitato nuovamente in Calabria (a Reggio) dopo trent’anni. Nella lectio magistralis di apertura il professore emerito di Chimica e rettore dell’Università Mediterranea di Reggio dal 1989 al 1999, Rosario Pietropaolo, scomparso nel 2022, così ne aveva tratteggiato il profilo: «Sommo chimico ed ardente patriota capace di legare nord e sud dell’Italia appena unita, di brillare a Torino e Pisa, come anche nello scenario internazionale, con le sue ricerche e le sue pubblicazioni. Emblema fulgido della chimica capace di contribuire al progresso sociale e scientifico dell’umanità».

Nel reggino due istituti scolastici portano il suo nome: l’Istituto tecnico economico di Reggio e l’istituto di istruzione superiore di Rosarno. A Scilla una targa sulla casa natia di Raffaele Piria è stata restaurata dal Comune in concomitanza con le celebrazioni del 150 anni dell’Unità d’Italia.

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