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«L’Arcigay nazionale in questo 2025 compirà quarant’anni. Un traguardo storico veramente importante. Il nostro comitato locale è nato un pò più tardi, nel 2009. In questi 15 anni siamo riusciti a costruire una comunità, a creare sinergie a livello locale e nazionale con gli altri comitati d’Italia e altri territori. Da queste collaborazioni sono nate altrettante cose belle».  La presidente di Arcigay Reggio Calabria, Michela Calabrò, ospite della nuova puntata di A tu per tu negli studi del Reggino.it (GUARDA IL VIDEO), racconta l’impegno che anima l’associazione. Le varie attività sono promosse a beneficio della comunità Lgbtqia+ ma in un’ottica complessiva per l’intero territorio. Quando crescono i diritti, il beneficio è collettivo.

«Il nostro comitato lavora a carattere metropolitano, proprio con l’intento di raggiungere anche le aree più interne e spesso più isolate e attuare anche lì la nostra mission di sensibilizzazione e di erogazione di servizi. Questo infatti lo scatto che ormai abbiamo compiuto, strutturandoci anche per potere accogliere e accompagnare le persone che si rivolgono a noi».

Il fronte della sensibilizzazione e quello dei servizi. Il Gay pride, che nel 2024 ha compiuto dieci anni a Reggio Calabria, ormai conta sulla presenza significativa dei presidenti nazionali Arcigay, contribuendo ad alimentare quel fermento che un decennio fa ha portato la manifestazione ad evolversi da un carattere nazionale e concentrato in una città a un’onda che lambisce con entusiasmo ogni anno anche la città dello Stretto.

Sul fronte dei servizi è attivo da due anni il Centro contro le discriminazioni Lgbt+ Calabria, finanziato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri dipartimento Pari opportunitàufficio nazionale anti discriminazione razziale, con sede presso il bene confiscato Arci – Samarcanda a Reggio Calabria. Il centro si avvale della partnership di Regione, città metropolitana e comune di Reggio, comune di Cinquefrondi e di Caulonia, associazione Agedo, Cisme e Arci.

«Colgo l’occasione per ringraziare tutti i professionisti che collaborano con noi e che ci consentono di operare e di assicurare la nostra presenza, attraverso lo sportello legale e psicologico. Lo sportello di accoglienza e ascolto – ha sottolineato Michela Calabrò – è la sede del primo approccio in cui fornire informazioni e orientamento ai servizi già attivi sul territorio, dal lavoro alla sanità e alla prevenzione che non riguarda solo l’Hiv ma anche le Ist, le infezioni sessualmente trasmissibili. La nostra ottica guarda alla salute come benessere psicofisico nel suo complesso. Un obiettivo che contribuiamo a perseguire anche grazie al contributo dell’otto per mille della Chiesa Valdese.

In questi due anni di attività ci siamo resi conto della primaria necessità di orientare le persone ai servizi ma abbiamo anche rilevato un grande bisogno di ascolto e di accompagnamento nel coming out. C’è molta solitudine. Se da un lato il dato positivo è dato dalla crescita della consapevolezza di poter chiedere aiuto, dall’altra ci rendiamo conto che certe problematiche – ha sottolineato ancora Michela Calabròancora non sono state superate e noi desideriamo comunicare che ci siamo per accogliere, ascoltare e accompagnare».