mercoledì,Luglio 9 2025

Reggio, tra le macerie di Gaza la vita resiste: il toccante racconto fotografico di Fadi Thabet da oggi al parco Ecolandia

La mostra, con ingresso gratuito sarà visitabile su prenotazione fino al prossimo 5 agosto. Alle 18:30 l'inaugurazione. Iniziativa promossa da Ismed in collaborazione con Spazio Open ed Ecolandia

Reggio, tra le macerie di Gaza la vita resiste: il toccante racconto fotografico di Fadi Thabet da oggi al parco Ecolandia

Se nella guerra non trova spazio mai la poesia, essa vive e resiste nell’umanità che la guerra viola e oltraggia, e nello sguardo di chi la coglie, nonostante le macerie, la distruzione, le infanzie rubate, il futuro negato. Nasce così il dono di un ritratto straordinariamente nitido di un’umanità straziata, ferita, stremata e nonostante ciò e insopprimibile portatrice di un messaggio di resistenza e resilienza irriducibili. Un dono che arriva anche sulla riva calabrese dello Stretto.

“Gaza – La dove resiste la vita”

Uno di questi sguardi preziosi che rintraccia, come in un setaccio, la vita che ostinatamente ancora non è andata perduta, salvando così l’umano che sopravvive alla guerra e alla distruzione, è quello del fotografo palestinese, Fadi Thabet. Nato e cresciuto a Gaza dove tuttora si trova, è stato insignito del premio dell’Organizzazione per la Fotografia nel 2006, Premio Hamdan per la Fotografia Umanitaria nel 2017, Premio Abdulrazzaq Bacran per la documentazione visiva nel 2016. I suoi scatti sono un urgente esercizio di resistenza che si fonde con la capacità di coloro, fermati dal suo obiettivo, non cedono, seppure feriti, mutilati e segnati dalla guerra, alla morte.

In questo frangente tragico per la sua martoriata terra, Fadi Thabet ha messo a servizio il suo talento, per raccontare l’umanità che resiste e ricomincia ogni volta, mentre nella sua terra imperversano violenze e orrori.

“Gaza – La dove resiste la vita” è il titolo della mostra che sarà inaugurata questo pomeriggio alle ore 18:30 nel forte di Ecolandia, ad Arghillà, periferia nord di Reggio Calabria. L’iniziativa è nata dall’impulso di Ismed Reggio Calabria ed è stata allestita in collaborazione con Spazio Open e con il Parco Ecolandia.

Alle 19 il fotografo e sarà in collegamento da Gaza e dialogherà con Alessandra Callea, socia Ismed. Il programma prevede anche la lettura teatrale del monologo “Le parole che non so dire” di Tiziana Bianca Calabrò.

La mediazione come trasformazione del conflitto

«Ismed è un istituto di alta formazione e organismo di mediazione impegnato ad approfondire i temi del conflitto non solo in termini civilistici, quindi privati, familiari, condominiali, commerciali. I conflitti sono anche quelli armati, le cui dimensioni rispetto all’Italia travalicano i confini geografici, per assumere connotazioni anche politiche rispetto alle quali assumere una posizione di carattere rigorosamente etico.

La pace – sottolinea Francesca Chirico, responsabile Ismed Reggio Calabria – non è solo una parola né è uno slogan. La mediazione è la trasformazione del conflitto. Essa è un percorso e va costruita con un’azione responsabile, consapevole che non si volta dall’altro lato, credendo che sia materia di cui non debba occuparsi. Io credo, invece, che sia compito di tutti dare il proprio contributo.

Per questa ragione, essendo amica di Fadi, conoscendo la sua storia e il suo impegno, ho voluto portare anche a Reggio il suo sguardo sulla guerra che sta colpendo civili innocenti a Gaza. Una desiderio che si è nutrito anche della ferma volontà di Antonella Cuzzocrea, Franco Arcidiaco e di Tonino Perna di unirsi a me, da qui una sinergia con Spazio Open e con il parco Ecolandia che riempie di significato questa iniziativa di sensibilizzazione».

I cunicoli del forte e l’esperienza immersiva

«Una mostra che – prosegue Francesca Chirico, responsabile Ismed Reggio Calabria – speriamo possa costituire per il pubblico una vera e propria esperienza immersiva. A un tratto saranno, infatti, spente le luci nei cunicoli del forte, dove si è deciso di allestire la mostra fotografica, per richiamare proprio l’ambientazione angusta e buia del conflitto di cui si racconta. Il pubblico dovrà avvalersi della luce proprio telefonino dopo aver sperimentato il buio.

I 30 scatti di Fadi, concessi dall’Istituto Arte e Cultura di Bari, animano ritratto intimo e struggente della vita quotidiana sotto assedio. Non è un atto per documentare la guerra, ma per raccontare la vita che non arretra, che non demorde. Con la sua macchina fotografica Fadi non cerca spettacoli di distruzione, ma la verità nei gesti quotidiani, nei silenzi e nei dettagli che resistono. Trovo tutto questo profondamente poetico. Ogni scatto è una scelta etica, capace di destare emozioni intense», ha spiegato ancora Francesca Chirico, responsabile di Ismed Reggio Calabria, istituto di mediazione che collabora gratuitamente in convenzione anche con il dipartimento Digies della Mediterranea.

La mostra è patrocinata da Libera – Associazioni, nomi e numeri contro le mafie e dalla Rete La Libertà non ha pizzo. Con ingresso gratuito, resterà aperta al pubblico fino al 5 agosto ma sarà visitabile solo su prenotazione, richiedendo una visita guidata all’indirizzo mail info@parcoecolandia.it.

Il silenzio della macerie dopo il fallimento delle parole

“Gaza fra le macerie, la fame e la quotidianità che resiste”, ecco il percorso della mostra che inizia muovendo i passi nel silenzio delle macerie
«Di queste case non è rimasto che qualche brandello di muro»,  Giuseppe Ungaretti
Rovine, resti di edifici, polvere sospesa nell’aria: icona del fallimento della diplomazia e dei negoziati, delle parole che hanno ceduto il passo al silenzio carico di presenze, un’eco delle vite sospese e delle storie che si sono interrotte. Dove si ferma il dialogo esplode la brutalità delle armi e Le fotografie stessa sottolineano la sensazione di perdita che non è resa ma invito ostinato a guardare oltre la devastazione e la morte incombente, muovendosi fra tanta distruzione alla ricerca di tutto ciò che sopravvive


La dignità della Resistenza

«E un amore che puoi conoscere solo se hai provato la fame atroce che di notte ti rode il corpo», Susan Abulhawe.
Dove c’è guerra, ci sono fame e la ricerca spasmodica di cibo. L’attesa davanti ai forni, le mani che si tendono verso qualche cieco di riso danno voce a chi vive ogni giorno la privazione e alla dignità della resistenza che non cede il passo alla rassegnazione. Secondo l’Onu, la Striscia è il luogo più affamato del globo, con il 100% della popolazione a rischio carestia, non conseguenza di cause naturali, ma del blocco illegale degli aiuti umanitari. La fame usata come un’arma di guerra e una moneta di contrattazione.


La pace: assenza di guerra e presenza di giustizia


«Un uomo può uccidere un fiore, due fiori, tre… Ma non può contenere la primavera», Mahatma Gandhi.
Dagli stenti alla luce di una quotidianità ostinata. Le fotografie catturano momenti di normalità sorprendente. Sono scene di una vitalità che non si lascia soffocare dalle bombe, di una routine che diventa atto di coraggio. Vita che continua a scorrere e fiorire con l’unico scopo di superare le divisioni e creare le condizioni perchè si realizzi la pace che non è solo assenza di guerra, ma presenza di giustizia. I volti sono quelli di anziani e bambini, memoria e futuro.

Attraverso di noi Gaza parla


«Sono tempi cattivi, dicono gli uomini. Vivano bene ed i tempi saranno buoni. Noi siamo i tempi», Sant’Agostino.
Il percorso si conclude con i volti di una bambina e di una anziana che si coprono gli occhi con le mani. E l’invito a guardare ciò che accade a Gaza e diventarne voce. Attraverso di noi Gaza parla. Attraverso fotografie raccolte sul campo, la mostra di Fadi A. Thabe si trasforma cosi in una potente esperienza di incontro e di resistenza, dove la vita pur ferita, trova sempre un modo per affermarsi.

Articoli correlati

top