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È arrivato con una delegazione di ciclisti e con tutta la sua gioia di vivere, Giuseppe Iacovelli in piazza Italia a Reggio Calabria dove ha concluso la terza edizione del giro del Sud “Dono per la vita”, organizzato dalla Federazione italiana nefropatici trapiantati di Rene e donatori (Fintred).
In questa tappa conclusiva, che arriva dopo il rush finale in Calabria passando per Corigliano, Crotone, Catanzaro, Roccella Jonica e Bova Marina, Giuseppe Iacovelli è stato accolto da una rappresentanza dell’amministrazione comunale guidata dal sindaco ff, Paolo Brunetti, e dal consigliere metropolitano Giuseppe Giordano, dal direttore del centro regionale Trapianti, Pellegrino Mancini, e dal presidente dell’Aido Regionale, Nicola Pavone.
Originario del Lazio, trapiantato di rene da 18 anni, Giuseppe Iacovelli ha tempo ha messo la vita che il trapianto gli ha restituito al servizio di un’appassionata attività di sensibilizzazione sulla cultura della donazione degli organi. Così pedala in lungo e in largo in Italia, e lo ha fatto anche in questa occasione, per portare la speranza a chi è in attesa e testimoniare l’importanza del dono alla cittadinanza. Con un sì alla vita, si può davvero salvare una persona. Forse anche più di una.
Manifestare il proprio consenso alla donazione degli organi in caso di morte cerebrale equivale, infatti, a consentire a una persona malata e in attesa di un organo di continuare a vivere.
Calabria accogliente che deve crescere nel dono
«Sono la vitalità del trapiantato e la forza della sua testimonianza a rappresentare lo strumento più efficace per sensibilizzare la popolazione. Ne sono convinto. Ecco perché sono qui. Qui in Calabria sono stato accolto con calore da amministrazioni e associazioni. Questa terra è molto accogliente. Auspico che possa crescere il numero dei donatori ancora troppo basso per una regione generosa e bellissima come questa.
C’è bisogno dell’impegno di tutti per assicurare a chi è in attesa una speranza di vita. È, infatti, necessario affrontare e superare definitivamente le criticità che spesso non agevolano o addirittura precludono, in alcuni presidi di rianimazione, il regolare avvio dell’iter per la donazione», ha sottolineato Giuseppe Iacovelli, presidente della Fintred, sottoposto a trapianto di rene nel 2004.
L’impegno di Reggio
«Ci impegneremo affinché il numero dei donatori nel comune di Reggio possa aumentare. Si tratta di un atto di responsabilità al quale non ci sottrarremo. Fin da subito porremo attenzione all’attività dell’ufficio anagrafe e all’informazione rese al cittadino e promuoveremo attività di sensibilizzazione. Noi ci siamo e siamo certi che la cittadinanza, opportunamente sollecitata, risponderà a questo appello», ha sottolineato il sindaco ff di Reggio Calabria, Paolo Brunetti.
«C’è un humus qui a Reggio Calabria già coltivato dall’Aido, dalle altre associazioni e dal Centro regionale trapianti. Sono fiducioso che la comunità di donatori di organi crescerà e lo farà anche grazie a questo messaggio della Fintred per voce di Giuseppe Iacovelli. Un messaggio che oggi facciamo nostro e che faremo risuonare», ha sottolineato Giuseppe Giordano, consigliere metropolitano di Reggio Calabria.
Basso numero dei consensi
«La Calabria è in Italia, l’ultima regione per numero di consensi alla donazione rilasciati ai Comuni di residenza. Il resto accade in ospedale dove nel 40% dei casi i familiari, già provati dal distacco, non prestano un consenso. Un consenso che è bene sia prestato in vita dal diretto interessato. Siamo così lontani dal poter garantire gli organi ai nostri pazienti in attesa di trapianto. Il fattore culturale, dunque, resta determinante per aumentare il numero dei donatori e assicurare organi ai pazienti ammalati. Benvenute sono, dunque, sono manifestazioni come questa e prezioso l’apporto delle associazioni.
È, inoltre, necessario vigilare sull’accertamento morte con criteri neurologici e sull’effettiva individuazione dei donatori. Un processo delicato che richiede esperienza, competenza e responsabilità e che nella nostra regione deve essere certamente attenzionato e ottimizzato», ha sottolineato Pellegrino Mancini, direttore del centro regionale Trapianti della Calabria, presso il Grande ospedale metropolitano di Reggio.
Reggio Calabria, per numero di dichiarazioni di volontà rilasciate ai Comuni, è la seconda provincia calabrese, dopo Cosenza, con quasi 55mila consensi e quasi 34mila opposizioni.
Le criticità in Calabria
«Siamo orgogliosi che il tour di Giuseppe Iacovelli, nostro presidente, si sia concluso in Calabria. Una scelta tutt’altro che casuale. In questa regione c’è ancora tanto lavoro da fare. In particolare a Reggio Calabria negli ultimi anni è stata registrata un’inversione di tendenza molto significativa. Ciò dimostra che l’attività di sensibilizzazione favorisce i consensi alla donazione di organi. L’attività sul territorio semina.
Un contributo che, però, non ha impedito alla Calabria di restare in coda. Il fattore prevalente è sicuramente quello culturale. Ancora sono troppi i cittadini che non manifestano in vita una volontà e per loro nei già pochi casi in cui si accerta la morte con criteri neurologici, i familiari già provati dalla perdita non prestano il consenso. Ciò avviene nel 60% dei casi. Dobbiamo lavorare ancora molto su entrambi i fronti, compreso quelle delle strutture sanitarie che non partecipano come dovrebbero all’iter previsto dalla legge e che rischiano di vanificare anche i consensi, che in Calabria non sono alti, prestati», ha dichiarato Francesco Puntillo, segretario Federazione Italiana Nefropatici Trapiantati di Rene E Donatori OdV Reggio Calabria.
Opposizioni da ridurre
«Ci impegneremo per ridurre il numero delle opposizioni in Calabria. Lo faremo continuando a promuovere iniziative di sensibilizzazione sulla cultura della donazione degli organi. Un’attività che spesso coincide con l‘informazione basilare sul tema. Grazie a questa iniziativa ci ritroviamo insieme per avviare un’azione più incisiva. È fondamentale capire quanto questa scelta possa avere ricadute positive sulla nostra sanità.
Oggi i calabresi in lista di attesa per trapianto sono spesso costretti a fare i cosiddetti viaggi della speranza verso le regioni del Nord. Una migrazione sanitaria che “costa molto” e che potrebbe essere ridotta, con benefici personali per i pazienti e le loro famiglie, sociali per la nostra comunità ed economici per la nostra Regione», ha concluso Nicola Pavone, presidente regionale Aido.

