«È la cultura che consente all’individuo l’elevazione intellettuale e morale. L’unica possibilità che abbiamo per togliere alla ’ndrangheta l’aria e le parole è soffocare l’ignoranza con la cultura».
Con questa citazione di una studentessa, il rettore Giuseppe Zimbalatti ha aperto la cerimonia di inaugurazione dell’Anno Accademico 2025-2026 dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, svoltasi nell’Aula Magna “Quistelli” alla presenza delle massime autorità civili, militari e religiose, e di una numerosa rappresentanza di studenti.
Nel suo discorso, intenso e appassionato, Zimbalatti ha voluto ribadire la missione civile dell’università come presidio di legalità e speranza:
«Non basta parlare di sviluppo economico o di innovazione tecnologica se non si parte dall’educazione e dalla consapevolezza. La vera crescita di un territorio inizia quando si sconfiggono la paura e la rassegnazione attraverso la conoscenza. È la cultura la nostra arma più potente contro la criminalità, perché dove si studia, dove si discute e si pensa liberamente, la ’ndrangheta non attecchisce».


Il rettore ha poi ricordato come l’Università Mediterranea, pur essendo una realtà di dimensioni contenute, occupi un ruolo centrale nel contesto del Mediterraneo, luogo di incontro e di contaminazioni culturali.
«La nostra è un’università che guarda al mare e al mondo. Da Reggio parte un messaggio di dialogo e cooperazione: vogliamo costruire ponti, non muri. La cultura mediterranea è da sempre un intreccio di civiltà e noi ci riconosciamo in questa eredità».
La cerimonia è stata arricchita dal conferimento del Dottorato di Ricerca Honoris Causa in Diritto ed Economia a Padre Paolo Benanti, francescano, teologo e figura di riferimento internazionale per l’etica dell’intelligenza artificiale.
«Padre Benanti – ha sottolineato Zimbalatti – ci ha insegnato che la tecnologia deve essere al servizio dell’uomo e non il contrario. Con il suo concetto di algoretica ci invita a pensare un futuro in cui l’innovazione non perda mai di vista la dignità umana. È questa la sfida che anche la nostra università intende accogliere: unire competenze scientifiche e valori etici».


Ampio spazio è stato poi dedicato al bilancio delle attività e dei risultati conseguiti dall’Ateneo. L’Università Mediterranea conta oggi oltre 7.000 studenti, con immatricolazioni in aumento del 25% in due anni e una presenza femminile superiore al 60%. «Un dato – ha commentato il rettore – che ci rende orgogliosi e che dimostra come la Mediterranea sia un ambiente inclusivo e attento alle pari opportunità».
Zimbalatti ha inoltre sottolineato i progressi in termini di qualità formativa e occupabilità dei laureati: «Il 93% dei nostri studenti è soddisfatto del percorso di studi e l’84% dei laureati magistrali trova lavoro entro cinque anni. Dati che ci collocano sopra la media nazionale e testimoniano la serietà e l’efficacia del nostro modello formativo».
Tra i progetti di maggiore impatto, il rettore ha citato la nuova viabilità della cittadella universitaria, la costruzione di nuovi laboratori a Feo di Vito, la riqualificazione dell’Azienda agraria di Gallina e il mantenimento del bosco urbano “che insegna”, con i suoi 5.000 giovani alberi.
«Sono investimenti concreti – ha spiegato – che rendono visibile la nostra idea di Reggio città universitaria che sale. Una città che cresce insieme alla sua università, che si rigenera e guarda avanti».


Importante anche il riferimento al “Campus del Mediterraneo”, un progetto di rigenerazione urbana nel cuore della città, destinato a trasformare il complesso dei Missionari Monfortani in un nuovo polo universitario e culturale: «Vogliamo che l’università entri nel tessuto vivo della città, che diventi spazio di incontro e di cultura condivisa».
Zimbalatti ha voluto anche richiamare i valori universali della pace e della solidarietà, citando l’impegno dell’Ateneo nel programma UNICORE (University Corridors for Refugees) dell’UNHCR:
«Accogliere studenti rifugiati di guerra significa dare concretezza ai principi della Costituzione e ribadire che la pace non è un’utopia, ma una responsabilità quotidiana. L’università deve essere un porto sicuro per chi cerca libertà e futuro».
Il rettore ha poi rivolto un pensiero ai docenti, al personale tecnico-amministrativo e agli studenti:
«La Mediterranea è una comunità viva. Ognuno, dal professore al tecnico, dallo studente al dottorando, contribuisce al valore collettivo dell’Ateneo. È grazie a questa coralità che continuiamo a crescere».


Concludendo, Zimbalatti ha voluto richiamare un’immagine suggestiva ispirata a Papa Francesco:
«Il Santo Padre ha detto che l’università deve essere un laboratorio di profezia, dove la speranza viene vissuta e raccontata contro il buio. Una stella da sola è un punto isolato, ma insieme le stelle formano una costellazione. Così è la nostra Università: una costellazione di persone, di idee, di sogni. E negli occhi dei nostri studenti vediamo ogni giorno la luce della speranza: una speranza che cambierà la Calabria».
Con queste parole, il Magnifico Rettore ha ufficialmente dichiarato aperto l’Anno Accademico 2025-2026dell’Università degli Studi Mediterranea di Reggio Calabria, augurando a tutti “buon lavoro, buona fortuna e un anno di crescita, consapevolezza e cultura”.