Ci sono le famiglie migranti tornate a vivere nelle case del Villagio globale e ci sono nuovi e vecchi amici del progetto Riace, saliti fino al vecchio borgo dell’accoglienza per un momento di riflessione e ricordo in memoria della strage di Steccato di Cutro. In occasione del secondo anniversario della più grande strage migrante della storia della Calabria (94 morti, tra cui 35 bambini e un numero imprecisato di dispersi), anche Riace ha voluto tenere alta la memoria per quelle vite spezzate a due passi dalla salvezza. Un incontro breve e raccolto in cui l’europarlamentare e sindaco della cittadina jonica Mimmo Lucano ha ricordato quella mattina di due anni fa, quando la notizia del naufragio esplose in tutta la sua gravità.

«Volevano solo una vita migliore, volevano solo raggiungere quel sogno chiamato Europa e invece sono morti a pochi metri dalla spiaggia. Una tragedia senza senso e che non ci ha insegnato niente, anzi. Partendo dal naufragio, il Governo Meloni ha utilizzato quelle vite spezzate per rendere più stringenti le leggi contro i migranti e aumentare la campagna d’odio contro chi affronta il mare per fuggire da guerra, miseria e fame. L’esatto contrario di quello che da anni facciamo a Riace. Perché a Riace, nessun essere umano è un clandestino».