«L’ottenimento dell’Indicazione Geografica Protetta per il Bergamotto di Reggio Calabria è una notizia che riempie d’orgoglio un intero territorio. Un plauso a quanti ci hanno creduto e adoperati per l’ottenimento, malgrado gli settici, fra i quali c’ero anche io.

Come già avvenuto con la Denominazione di Origine Protetta per l’olio essenziale – si legge nella nota diffusa da Enzo Cuzzola docente Economia delle Amministrazioni Pubbliche della Mediterranea –  il riconoscimento europeo rappresenta una conquista di civiltà economica e culturale: certifica l’origine, tutela la tipicità, valorizza il lavoro dei produttori e restituisce dignità a una tradizione che da secoli identifica Reggio Calabria nel mondo.

Tuttavia, la storia ci insegna che la certificazione, da sola, non è sufficiente. Non basta la sigla DOP o IGP a garantire redditività e sviluppo se manca una visione complessiva di filiera.

La recente crisi dei prezzi del bergamotto lo dimostra chiaramente: quando il mercato non percepisce un reale valore aggiunto, il rischio è che la denominazione resti un marchio privo di forza economica.

Perché ciò non accada, occorre completare il percorso di riconoscimento con una strategia condivisa, che tenga insieme:

Valorizzazione e promozione territoriale, attraverso un racconto autentico del legame tra il bergamotto e la sua terra;

Controllo di filiera e qualità certificata, per tutelare i produttori seri e garantire al consumatore un prodotto tracciabile;

Innovazione e ricerca scientifica, indispensabili per ampliare gli usi e le applicazioni del bergamotto in campo alimentare, cosmetico e farmaceutico.

In questo percorso devono essere coinvolti tutti i soggetti strategici del territorio:

la Regione Calabria, con le proprie politiche agricole e di sostegno alle produzioni tipiche;

la Città Metropolitana di Reggio Calabria, chiamata a coordinare la promozione e la pianificazione territoriale;

l’Università Mediterranea, con il suo patrimonio di competenze scientifiche, economiche e tecnologiche da mettere al servizio dell’innovazione di prodotto e di processo;

e naturalmente il Consorzio del Bergamotto, che deve continuare a essere il presidio tecnico, identitario e culturale di questa filiera.

Solo unendo istituzioni, ricerca e imprese sarà possibile fare dell’IGP non un punto d’arrivo ma un punto di partenza, trasformando il bergamotto in un modello di sviluppo sostenibile e in un simbolo concreto di rinascita per Reggio Calabria e la sua provincia».