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In occasione del pranzo di Ferragosto, oltre 5 milioni di persone, tra residenti e turisti, si ritroveranno nei 91 mila ristoranti italiani aperti, pari al 70% dell’intero settore. È quanto emerge da un’analisi della Fipe Confcommercio, che stima una spesa complessiva per le consumazioni fuori casa nella giornata di Ferragosto pari a 1 miliardo di euro.
La maggioranza dei ristoranti proporrà un menu “all inclusive” a un prezzo medio di 61 euro a persona, per un giro d’affari stimato di 314 milioni di euro solo in questa voce. «Le scelte gastronomiche rifletteranno le tradizioni culinarie locali, elemento che rafforza il valore sociale di questo appuntamento», sottolinea Lino Enrico Stoppani, presidente Fipe Confcommercio: «La ristorazione non è solo attività economica o servizio, ma anche un momento sociale importante, particolarmente simbolico durante il pranzo di Ferragosto».
L’estate 2025, sempre secondo Stoppani, non si sta rivelando particolarmente brillante per tutto il settore turistico e della ristorazione. Se alcune destinazioni turistiche internazionali registrano buone performance, in molte località a prevalente turismo interno si osserva una flessione rispetto agli anni precedenti, che impatta anche sui ristoranti. Tra le tendenze emergenti, cresce il consumo di piatti condivisi mentre cala quello del vino, influenzato dai cambiamenti negli stili alimentari e dalla maggiore attenzione al budget familiare.
Secondo le stime del Centro Studi Fipe Confcommercio, nel solo mese di agosto gli italiani spenderanno complessivamente 9,3 miliardi di euro per consumi fuori casa, di cui 5,4 miliardi nei ristoranti e 1,8 miliardi nei bar. Fra i momenti di consumo principali, la cena resta la fascia più significativa con una spesa prevista di 4,9 miliardi, seguita dal pranzo (2,4 miliardi), dagli aperitivi e colazioni al bar (600 milioni ciascuno), e dai break o dopo cena (circa 400 milioni ciascuno). Le tradizionali sagre e fiere di agosto attireranno invece consumi per circa 500 milioni di euro.
La spesa totale per i consumi fuori casa a Ferragosto raggiungerà quindi il miliardo di euro. Tuttavia, questo dato positivo per il settore della ristorazione nasconde una realtà più complessa e un cambiamento profondo nelle abitudini di vacanza degli italiani.
Vacanze al ribasso: la paura dei rincari cambia le scelte
Il caro prezzi sta influenzando pesantemente le decisioni dei vacanzieri. Secondo il Codacons, i cittadini in vacanza nel periodo clou dell’estate sono 12 milioni, un milione in meno rispetto all’anno precedente. Questo calo è il risultato di anni di aumenti vertiginosi, dall’energia ai generi alimentari, fino ai costi “astronomici” delle strutture ricettive. Le famiglie, per risparmiare, stanno abbandonando le tradizionali ferie in hotel o agriturismo, optando sempre più per seconde case o per l’ospitalità di amici e parenti. L’Osservatorio Turismo Confcommercio-Swg conferma questa tendenza: su 12 milioni di italiani in vacanza, la spesa media pro capite è di circa 570 euro per un soggiorno medio di 13 giorni, un dato basso proprio a causa dell’uso massiccio di soluzioni abitative alternative (il 28% dei casi).
Secondo uno studio dell’Unione nazionale dei consumatori, realizzato su elaborazione di dati Istat, negli ultimi 4 anni i prezzi sono balzati in avanti del 38,6%. La top ten degli aumenti è guidata da Venezia +64,7% a luglio rispetto allo stesso periodo del 2021. Seguono Milano +60%, Firenze +58,8%, Grosseto +57,5%, Lucca +56,5%, Trieste +55,5%, Palermo +53,6%, Napoli +52,4%, Como +51,7%, Roma e Reggio Calabria entrambe con rincari pari al 50,1%.