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Continua a far discutere la scelta dell’Amministrazione comunale di concludere i festeggiamenti civili delle celebrazioni in onore della Madonna della Consolazione con il rapper Fedez. Forse, però, la questione potrebbe ritenersi superata dopo il messaggio assai conciliante e accogliente diffuso oggi dall’arcidiocesi Reggio-Bova.
«Come cristiani, siamo chiamati ad accogliere non solo chi condivide la nostra fede, ma anche chi è lontano da essa o, in alcuni casi, vi si oppone apertamente». Messaggio diretto ed essenziale che va dritto al cuore della questione quello della chiesa reggina che richiama il profondo significato della fede cattolica che nutre lo spirito con il dialogo. Resta centrale il mandato evangelico al quale il popolo reggino devoto alla Madonna della Consolazione è chiamato. «La Madonna della Consolazione è simbolo di accoglienza, protezione e conforto per tutto il popolo reggino: credenti e non credenti. Chi parteciperà ai festeggiamenti civili, indipendentemente dalle sue convinzioni personali, potrà cogliere nella gioiosa devozione del nostro popolo una testimonianza viva di fede e di unità».
Il monito della chiesa alla comunità reggina
E dunque l’arcidiocesi pare poter mettere così fine alle polemiche non infondate ma da non alimentare, abbracciando piuttosto uno spirito cristiano di accoglienza anche di chi la pensa diversamente. Una grande opportunità di fare testimonianza concreta del Vangelo diventa per la comunità reggina questa vicenda.
Chiaro è l’invito alla comunità reggina a evitare «di assumere atteggiamenti difensivi o apologetici e senza dimenticare lo spirito delle celebrazioni mariane: l’amore incondizionato di Dio, che abbraccia tutti e ci chiama ad essere strumenti di dialogo e riconciliazione».
L’invito a Fedez di Pegna
E c’è anche l’invito a Fedez a «costatare la profonda adesione del popolo reggino ai valori della fede: avremo occasione di dare testimonianza cristiana».
Fedez non è il solo ad essere stato invitato a sperimentare. Il promoter musicale Ruggero Pegna sui social ieri ha sollecitato i preti ad andare incontro ai giovani e a «seguire l’esempio dei frati del Convento di Mesoraca, che quest’estate sono saliti sul palco a cantare e ballare con Gazzè, guadagnandosi la simpatia e l’affetto di migliaia di giovani. Li aspettiamo, certi che sapranno dimostrare di essersi pentiti, in linea con i principi della Chiesa, di una reazione istintiva e un po’ triste, fondata sulla scarsa conoscenza del progetto del Festival e di Fedez, artista/produttore discografico dal grande spessore umano, capace di regalare gioia, allegria e sorrisi, come deve essere per una grande Festa».
Ma da dove nasce tutto questo?
Diciamo subito che certamente stride, in particolare, l’accostamento dell’artista che nel 2010 cantava Blasfemia («Ma se la Madonna piange sangue perché il mestruo le è arrivato un po’ tardi») e nel 2011 Blasfemia 2 («La Madonna piange sangue prestatele un fazzoletto. Ma come si fanno i figli ancora non gliel’hanno ancora detto», per citare la strofa meno oltraggiosa) con i festeggiamenti in onore della Madonna della Consolazione. Testi assai forti ma anche risalenti a oltre dieci anni fa, interpretati da un giovane rapper nel frattempo maturato e che oggi è anche molto impegnato nel sociale.
Pur rimanendo, volendola rilevare, una questione non trascurabile di opportunità per la spiccata religiosità della cornice in cui è previsto il concerto che in altro momento dell’anno avrebbe potuto non mostrarsi inappropriato, la maturazione artistica e sociale dell’artista non è comunque bastata a spegnere il dissenso.
Dissenso motivato da testi provocatori anche sui temi religiosi. Va detto che questi rientrano nella libertà di espressione soprattutto artistica in un paese civile, in cui specie la musica rap ha per vocazione la tendenza a essere portavoce di un certo spirito critico. Tutto lecito, ci mancherebbe, purché in costanza di una esposizione civile che certamente gode in ambito artistico anche di una buona dose di licenze creative. Dunque il limite non sta nel pensiero critico ma nel linguaggio con cui si veicola al pubblico.
Stessa libertà, perché il paese civile è lo stesso, è da riconoscersi al dissenso, per chi manifesta in modo fermo, severo e anche provocatorio, ma sempre rispettoso, il proprio disappunto e il proprio disagio rispetto ad alcune scelte compiute nell’interesse del bene comune.
Il dissenso dei parroci
Da subito don Giovanni Zampaglione, giovane parroco reggino, con un post sui social si è chiesto: «Che messaggio darà Fedez ai nostri giovani e alla gente?», ricordando una sua vecchia polemica con il rapper del 2019, quando indossò una croce con Topolino al posto del Cristo.
Poi la lettera con cui don Giovanni Gattuso, della parrocchia San Nicola e Santa Maria della Neve ha manifestato il proprio disagio al sindaco Giuseppe Falcomatà. «Come uomo e sacerdote, avverto la necessità di esprimere il mio disagio per la scelta di un artista il cui stile e messaggi, per quanto legittimi nel contesto della libera espressione artistica, appaiono lontani dai valori che questa celebrazione incarna».
La provocazione dei portatori
Poi il gesto eclatante dell’associazione dei Portatori della Vara della Madonna della Consolazione che, per mano del presidente Gaetano Surace, ha scritto al noto rapper milanese, chiedendogli di interpretare sul palco il Canto di Portaturi. «In noi suscita parecchie perplessità sapere che sarete tu e le tue canzoni a concludere, nella notte del martedì, la nostra festa, la Festa della nostra Mamma. I contenuti dei tuoi testi non hanno nulla da spartire con i festeggiamenti settembrini, tanto amati ed attesi dal popolo reggino. Pertanto, giacchè oramai certa è la tua presenza nella nostra Città, desideriamo suggerirti d’inserire in scaletta il “Cantu di Portaturi”, del quale siamo pronti a farti pervenire testo e spartito. Lascia che il cuor tuo venga accarezzato dal materno sguardo della Madonnina nostra. E chissà che, almeno Tu, non riesca a comprendere il significato di quelle parole che ogni anno Mons. Salvatore Nunnari “urla” nell’ultima Santa Messa del sabato della Festa, all’Eremo: Reggio è di Maria».
La difesa della scelta dell’artista
Una provocazione giunta a seguito della conferenza stampa a palazzo San Giorgio in cui è stato presentato il Reggio Live Fest che proprio Fedez chiuderà il prossimo 17 settembre. In questa occasione tanto il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà quanto il direttore artistico del Reggio live Fest Ruggero Pegna hanno difeso la scelta.
«Aldilà del pensiero di alcuni, Fedez – ha evidenziato il direttore artistico del Reggio Live festival Ruggero Pegna per spegnere alcune polemiche – si è molto rinnovato, nel tempo è cresciuto anche sotto il profilo dei testi e della musica. Oggi è un musicista che fa molta beneficenza. Ha costituito anche una fondazione per aiutare bambini malati oncologici. Durante il periodo del Covid è riuscito a raccogliere circa 4 milioni di euro per sostenere gli operatori dello spettacolo. Dunque una grande figura che merita e che farà divertire, chiudendo in bellezza l’edizione 2024 del Reggio Live Fest».
«Al di là delle polemiche strumentali e della massima libertà che ciascuno esercita in termini di espressione dei propri gusti musicali – ha incalzato il sindaco Giuseppe Falcomatà – credo vada posto l’accento positivo sul fatto che si stanno offrendo, quest’anno, alla città sette concerti piuttosto che due».
A oggi Fedez chiuderà, dunque, i festeggiamenti Mariani a Reggio Calabria, seppure con queste premesse. Il noto rapper milanese non pare essere ancora intervenuto con un suo commento. Chissà se ci saranno sorprese e chi sarà a restare sorpreso.

