All’ombra dello Stretto, lì dove l’Italia sfiora il cuore del Mediterraneo, la scienza internazionale ha trovato casa. È Villa San Giovanni, è l’Altafiumara Resort, ad accogliere in questi giorni la terza edizione di I4SDG 2025, il congresso scientifico internazionale dedicato all’innovazione tecnologica applicata alla sostenibilità, promosso dal prof. Giuseppe Carbone dell’Università della Calabria. Un appuntamento ormai consolidato, ma sempre più ambizioso, che dal 10 al 12 giugno riunisce oltre 200 esperti provenienti da 20 Paesi del mondo.

Un evento «oltre ogni aspettativa», come lo ha definito Marco Ceccarelli, già presidente della Federazione mondiale IFToMM e docente all’Università Tor Vergata, che ha parlato di un «Congresso di primissimo livello. L’Università della Calabria dovrebbe riconoscerglielo e valorizzarlo». Le sue parole raccontano un successo scientifico e umano che va ben oltre i numeri e fa di I4SDG 2025 un laboratorio di futuro.

Il cuore dell’evento pulsa attorno a un’intuizione semplice ma radicale: la tecnologia non deve inseguire il domani, ma migliorare il presente. Lo sottolinea lo stesso Carbone, ideatore e motore dell’iniziativa. «Questo congresso guarda alle nuove tecnologie che stanno già cambiando il nostro presente. Abbiamo qui con noi luminari da tutto il mondo che riflettono su come applicare la sostenibilità alla vita quotidiana, all’ingegneria, alla gestione delle risorse». La scelta di tenere l’evento in Calabria, spiega, è fortemente simbolica, proprio perché «Le risorse naturali sono limitate e lo saranno sempre più. Dobbiamo imparare a ottimizzarle oggi, per i nostri figli e per il futuro della nostra regione».

In questa prospettiva, l’edizione 2025 si articola in una pluralità di track tematici ad alta specializzazione, dove la robotica ecosostenibile, gli esoscheletri per la riabilitazione, i manipolatori soffici per l’agricoltura, i droni per la tutela del patrimonio culturale si incontrano con l’intelligenza artificiale, la didattica STEM, la gestione energetica e i nuovi paradigmi della fabbricazione industriale.

Tra i protagonisti di questo scenario, anche la startup calabrese Tod System, fondata da Antonio Oliverio, che ha portato all’Altafiumara un innovativo manipolatore mobile collaborativo: una macchina in grado di muoversi autonomamente nello spazio e lavorare fianco a fianco con l’uomo. «La robotica collaborativa è il cuore dell’industria 5.0 – spiega – e mette al centro l’uomo e l’ecosostenibilità. Sono tecnologie che oggi stanno entrando nella quotidianità, capaci di supportare o sostituire l’uomo nei compiti ripetitivi, lasciandogli ruoli più stimolanti e creativi».

L’interazione tra ricerca, impresa e territorio è uno degli assi portanti del congresso. Ed è qui che si inserisce il contributo di Giuseppe Quaglia, docente del Politecnico di Torino e co-fondatore della conferenza. «Abbiamo portato all’interno della comunità scientifica mondiale i temi della sostenibilità, declinata secondo i 17 obiettivi dell’Agenda 2030. Il Sud Italia, con le sue eccellenze e i suoi bisogni, è terreno fertile per far atterrare soluzioni tecnologiche avanzate».

Il congresso, patrocinato da IFToMM, dal dipartimento DIMEG di Unical, dalla Regione Calabria e altre istituzioni nazionali e internazionali, è anche un grande spazio di dialogo interdisciplinare. «È un’occasione per mettere in connessione realtà diverse e costruire ponti tra ricerca e industria» ricorda ancora Carbone. I contenuti scientifici sono racchiusi in due volumi pubblicati da Springer-Nature, ma è l’incontro umano e culturale a fare la differenza.

Lo sottolinea bene la professoressa Maria Cristina Valigi, docente di Meccanica applicata dell’Università di Perugia, che colloca I4SDG all’interno di una rete più ampia. «Questo convegno fa parte di un ciclo internazionale che ci ha portato a Tokyo, Torino, e prossimamente a Foligno. Delegazioni da ogni parte del mondo – Giappone, Cina, Germania, Spagna – si ritrovano qui per condividere scienza, cultura e tecnologia. La sostenibilità non è solo ambientale: è anche vivere meglio insieme, in pace, superando le differenze».

Proprio questa dimensione di pace e cooperazione è stata ribadita con forza anche dal professor Ceccarelli: «L’IFToMM nasce durante la Guerra Fredda con l’obiettivo di promuovere scienza e benessere come argine ai conflitti. Ancora oggi è questo il nostro compito: far crescere valori che uniscano e facciano da barriera all’incomprensione».

Il risultato è un congresso che non parla solo agli addetti ai lavori. I workshop, le sessioni poster, le attività di networking coinvolgono startup, ricercatori, studenti, aziende. Un evento vivo, aperto, che fa della contaminazione il suo tratto distintivo.

A rendere possibile tutto questo, anche l’impegno organizzativo dell’Altafiumara Resort, struttura d’eccellenza che ha saputo accogliere delegazioni da ogni continente con efficienza e cura. «Siamo orgogliosi di ospitare eventi di questo livello – dichiara Daniela Surace, responsabile M.I.C.E. della stuttura –. L’Altafiumara da tempo non è solo un semplice resort, si è trasformato in un polo di ospitalità professionale pensato per offrire spazi e servizi all’altezza delle più alte aspettative, in un contesto paesaggistico che parla da sé. Il congresso I4SDG è per noi un esempio perfetto di come la Calabria possa essere piattaforma internazionale».

In Calabria, dunque, è approdata un’eccellenza scientifica mondiale che non si è limitata a presentare risultati, ma ha saputo generare un clima di confronto autentico, rigenerante. Attorno alla scienza si è stretto un tessuto umano fatto di pace, cooperazione e fiducia reciproca. Perché là dove il sapere si mette al servizio della società, nascono ponti tra culture, si superano barriere e si immagina insieme un futuro possibile.