I fedeli del Comitato a difesa del Seminario Pio XI chiedono con forza che siano resi noti i cento nomi dei sacerdoti della Diocesi di Reggio-Bova che firmarono l’appello a Papa Francesco per scongiurare il depotenziamento del Seminario.

Un appello che, come ricorda il Comitato, portò il Pontefice a delegare la decisione ai Vescovi calabresi, affermando che i seminari potevano essere uno, due o anche tre, ma che la scelta spettava a loro. Il risultato, denunciano i fedeli, è noto: l’accentramento della Scuola Teologica a Catanzaro.

«Riteniamo che i fedeli abbiano il diritto di conoscere i nomi dei presbiteri che per primi si sono mossi a difesa del loro Seminario, onde non pensare che ci sia da parte loro una disaffezione alla causa.
Sappiamo infatti che così non è».

A preoccupare è il silenzio assordante del clero e delle associazioni cattoliche vicine alla Curia, che – secondo il Comitato – non stanno prendendo posizione pubblicamente su un tema di così grande rilevanza ecclesiale e identitaria.

«Invitiamo tutti a uscire allo scoperto e a difendere la causa del Seminario Pio XI.
La nostra non è una battaglia contro, ma un appello che, come popolo di Dio e come cittadini, portiamo avanti nell’interesse della Chiesa reggina, di cui siamo parte, e della città tutta, che non può vedere calpestata la propria storia».

Il Comitato ribadisce che il Seminario è un bene comune, luogo centrale della formazione religiosa e cuore pulsante della memoria ecclesiale.
«Il Seminario è di tutti, specialmente di quelle associazioni clericali che, come noi, lo frequentano e che bene ne conoscono la valenza».