Inclusione sociale, empowerment femminile ed economia circolare. Sono queste le parole chiave del lavoro e del progetto della cooperativa SoleInsieme a Reggio Calabria.

Un modo concreto per dare risposte al disagio di mamme sole e donne in condizioni di fragilità, alcune anche vittime di violenza.

Il laboratorio sartoriale si trova all’interno di un bene confiscato: un ulteriore segnale alla comunità: il riscatto dell’intera città passa inesorabilmente anche dal riscatto di tutte quelle sacche di povertà – tra cui anche le donne che vivono una realtà problematica – che reclamano autonomia e indipendenza.

I laboratori

Nei laboratori si sviluppano le competenze, ma non solo. Le donne sono sostenute da altre donne nei percorsi che portano ad imparare e a essere libere e consapevoli e capaci delle proprie scelte.

«Abbiamo iniziato più di tre mesi fa questo nuovo percorso – afferma Giusy Nuri, presidente della cooperativa “Soleinsieme” – nell’ambito di un progetto dal titolo “Circ.O.Lo: Circolare Oltre L’Orizzonte”, nell’ambito di un finanziamento con i fondi europei del Pon inclusione, che ha visto coinvolte dieci giovani donne che abbiamo selezionato dai contesti sociali con cui collaboriamo da diversi anni. Queste donne hanno dato il via a un percorso formativo, sia nell’ambito sartoriale, che in quello digitale».

Percorsi formativi

Dunque un percorso formativo in ambito sartoriale per la produzione di gadget e accessori, sotto l’amorevole e professionale guida di sarte e tutor. Ed ancora un approccio all’artigianato digitale, grazie alla collaborazione con Fablab, che ha formato le corsiste all’utilizzo della stampa 3d e, in generale, della tecnologia nell’ambito tessile. Nello specifico si tratta di un cofinanziato dall’Unione Europea-Fondo sociale Europeo, nell’ambito del Programma operativo Città Metropolitana 2014-2022.

«Abbiamo terminato il percorso con l’esposizione dei prodotti che le ragazze hanno ideato e realizzato. Che si aggiungono a quelli realizzati nell’ambito del laboratorio che è all’interno dell’Istituto Panella Vallauri, che ha portato a realizzare illustrazioni digitali rappresentanti gli elementi chiave del progetto».