Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani ha espresso in una nota ufficiale profonda indignazione e sgomento per quanto accaduto a Oppido Mamertina, in provincia di Reggio Calabria, dove una giovane ragazza, all’epoca dei fatti quattordicenne, è stata vittima di ripetute violenze sessuali di gruppo, e successivamente, per aver denunciato i suoi aguzzini, ha subìto una sistematica persecuzione da parte di membri della sua stessa famiglia.

A seguito delle indagini, è stata arrestata una zia della vittima, responsabile di minacce, insulti, aggressioni fisiche e psicologiche. «Questo episodio – si legge nella nota firmata dal prof. Romanoevidenzia la drammatica solitudine in cui si trovano troppe vittime, soprattutto in contesti dove la cultura del silenzio e della sopraffazione è alimentata da mentalità mafiosa e patriarcale. È inaccettabile che chi denuncia debba subire una condanna sociale invece di essere protetto».

La ragazza è stata definita “colpevole” proprio da chi avrebbe dovuto proteggerla, per aver avuto il coraggio di rompere l’omertà, scegliendo di affidarsi allo Stato e alle istituzioni.

Il Coordinamento condanna con forza non solo le violenze e le intimidazioni, ma anche la cultura del disonore che colpisce chi denuncia. «È compito dell’intera comunità educante – e della scuola in particolare – promuovere i valori della legalità, dell’empatia, del rispetto dei diritti umani, e rafforzare l’educazione civica e il pensiero critico per smontare atteggiamenti culturali che colpevolizzano le vittime».

Alla giovane vittima va la solidarietà totale del Coordinamento: «Il tuo gesto di denuncia è un atto di enorme valore civile e umano. Non sei sola. La tua voce, anche se oggi sembra soffocata, è diventata la voce di chi non ha potuto parlare, di chi ha subito nel silenzio, di chi ha avuto paura».

Il Coordinamento chiede che le istituzioni attivino tutti i meccanismi di protezione per garantire alla giovane una vita sicura e dignitosa, e che si continui a contrastare con decisione ogni forma di violenza di genere, soprattutto in quei contesti in cui criminalità organizzata e contesti familiari degradati si sovrappongono.

Il Coordinamento invita tutte le scuole italiane a dedicare momenti di riflessione su casi come questo, in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, affinché la memoria e l’impegno collettivo restino vivi.