Lo chiamano lo sport del diavolo. E dopo una serata come questa, al Palattinà, è difficile dargli torto. La Cadì Antincendi Futura vince un derby da antologia, piegando il Soverato solo a mezzo secondo dalla sirena finale con un gol di Humberto Honorio che vale il successo più clamoroso. Un episodio che riempie una partita intensa e combattuta, regalando tre punti pesantissimi.

A commentare il tutto è un Mister Tonino Martino visibilmente scosso e soddisfatto, che non usa mezzi termini: «Io ho detto: questo è uno sport maledetto, lo possiamo “insultare” quanto vogliamo, però è tutto bellissimo. Se poi vinci ancora meglio, eh. Per fortuna eravamo noi dalla parte giusta oggi». Le sue parole non sono solo esultanza, ma anche un grande atto di rispetto per l'avversario sconfitto all'ultimo respiro.

«Intanto voglio fare i complimenti alla loro squadra, al Soverato, perché è una squadra buonissima, ben organizzata. Hanno fatto la loro egregia partita, ci hanno dato filo da torcere. Poi forse non meritavamo di pareggiare oggi, forse avremmo meritato di vincere. Ci è andata bene oggi la fortuna».

Questa vittoria arriva dopo un momento non facile per la Cadì, come sottolinea Martino: «Abbiamo avuto una settimana un po' pesante perché abbiamo preso una batosta in Molise, quindi dovevamo rialzarci. Era una partita forse la più difficile da affrontare in questo momento per l'organizzazione del Soverato, per il momento positivo dal quale loro arrivano».

Proprio per questo, il valore del successo va oltre i tre punti. «Noi, credo che oggi abbiamo fatto una gara di maturità in modo esemplare. Tocca ovviamente dare atto anche a Soverato, che ha fatto una gran bella partita senza ombra di dubbio. Come palle gol, come occasioni... hanno creato tantissimo. E si è vista anche questa sera la voglia di noi di non mollare mai».

E proprio sul "non mollare mai" Martino costruisce la filosofia della sua squadra, trovando nell'epilogo della partita il perfetto esempio da seguire. «L'atteggiamento a 6 secondi dalla fine è l'atteggiamento che noi dobbiamo avere sempre dall'inizio alla fine. Non abbiamo perso la lucidità. In 6 secondi ci abbiamo creduto, abbiamo provato a trovare un'altra situazione, l'abbiamo trovata. Siamo stati un po' fortunati, ma comunque l'abbiamo voluta. E questo deve essere il nostro spirito. Sono frasi fatte - ammette – però alla fine quando l'atteggiamento rispecchia le parole, qualche risultato lo raccogliamo e qualche soddisfazione ce la prendiamo».

Ora, la sfida è mantenere questa identità. «Adesso dobbiamo essere altrettanto maturi ad andare fuori casa e a giocare come se fossimo al Palattinà. Dobbiamo iniziare ad inanellare prestazioni non altalenanti. Perché lo dico sempre: noi alla fine siamo questi. Io li vedo allenarsi durante la settimana. Non possiamo essere quelli del Molise e non possiamo essere quelli di tante altre trasferte dove abbiamo mollato troppo presto». La Cadì Antincendi Futura, grazie a questa gioia maledetta e bellissima, riparte dal carattere. E da una vittoria che sa di leggenda.