I reggini hanno affrontato la classica “bestia nera”, Macerata, non riuscendo a vincere neanche questa volta, ma segnando solo 36 punti in casa «è impossibile vincere»
Tutti gli articoli di Sport
PHOTO
FORTUNATO SERRANO'
Esordio amaro per la Reggio Bic nel campionato di Serie A di basket in carrozzina. La squadra allenata da Antonio Cugliandro è uscita sconfitta nella prima giornata contro Macerata, confermando una tradizione negativa che ormai accompagna da anni la formazione reggina: quella delle “prime di campionato” sempre in salita.
«Sembra una maledizione – commenta il coach Cugliandro –. Ogni anno cominciamo con una gara difficile. In passato toccava sempre a Cantù, quest’anno invece abbiamo affrontato un’altra nostra bestia nera, Macerata, contro cui non siamo mai riusciti a vincere. E anche stavolta è andata così».
La partita, spiega l’allenatore, ha mostrato due volti: «Abbiamo fatto un buon primo quarto, con continuità al tiro e buone soluzioni offensive. Poi ci siamo spenti. Il problema principale è stato proprio quello offensivo: se segni 36 punti in casa in Serie A, è impossibile vincere».
A pesare anche le assenze e le difficoltà del precampionato. «Quest’anno è stato complicato per tutti – prosegue Cugliandro –. Gli Europei hanno fatto iniziare tardi il campionato, e noi siamo arrivati con tante difficoltà: il capitano Sripirom fuori, l’infortunio di Ilaria, e Ralfs Bundzins che è stato a letto per problemi di salute tutta la settimana. Non siamo riusciti nemmeno ad allenarci con continuità, né a disputare test amichevoli. In pratica, questa è stata la nostra prima vera partita dell’anno».
Il coach non cerca alibi, ma sottolinea le cause di una prestazione sottotono: «Abbiamo cambiato tanto rispetto alla scorsa stagione. Ci sono molti giocatori nuovi e manca ancora quella chimica, quella conoscenza reciproca nei movimenti. Anche per me, vedere certe situazioni in campo, è stato un test per capire dove intervenire».
C’è comunque qualche segnale positivo: «Sì, qualche sprazzo di grinta si è visto, ma serve di più. Io amo l’intensità, l’agonismo. Non mi piace quando un giocatore chiude la partita con zero falli: vuol dire che non si è speso abbastanza. Dobbiamo rischiare, essere più aggressivi, non giocare troppo soft. È vero che abbiamo concesso solo 50 punti a una squadra forte come Santo Stefano, quindi difensivamente qualcosa di buono c’è. Ma se sbagli così tanti tiri facili, non puoi pensare di vincere».
La testa, ora, è già alla prossima sfida: «Dobbiamo voltare pagina subito. La prossima settimana andiamo a Bergamo, una partita importantissima. Ci servirà per trovare ritmo, intensità e fiducia».

