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Un leader silenzioso, ma con il cuore in mano. Peppe Scopelliti, colonna della Futura, si racconta in un’intervista che è un viaggio tra emozioni, sacrifici e passione. Il calcettista gialloblù è uno dei punti fermi della squadra reggina, oggi più che mai protagonista in un momento di grande crescita per tutto il movimento futsal della città.
«Qui conta l’umiltà, la passione e il cuore che mettiamo in campo», spiega con la sua consueta modestia. Parole semplici, ma che riflettono l’identità profonda della Futura: un progetto ambizioso costruito su basi solide, dove ogni dettaglio è curato e ogni giocatore è parte di un sistema coeso.
Tra i ricordi più belli di questa stagione, Scopelliti non ha dubbi: le esultanze con suo figlio. «Giocare sapendo che fuori c’è lui è la cosa più bella. Quest’anno me lo sono goduto di più, e dopo ogni gol corro da lui». Un gesto che va oltre il campo, che racconta un legame profondo tra sport e affetti, tra famiglia e squadra.
Guardando al percorso della Futura, Peppe si lascia andare a un bilancio carico d’orgoglio: «Tre anni fa non avrei mai immaginato di giocare con un campione come Humberto Honorio, il mio idolo. Oggi abbiamo una squadra competitiva, un settore giovanile in crescita e una mentalità vincente». E non manca un aneddoto che sa di favola: «Da ragazzo lo inseguivo per avere la sua maglia… non sono mai riuscito ad averla, e ora gioco con lui. Incredibile!».
La sua storia passa anche da un momento difficile: un brutto infortunio, superato con determinazione e lavoro. «Stare lontani dal campo è dura, ma non bisogna mollare. Gli infortuni ti fanno crescere, e noi cresciamo insieme, anche aiutando i più giovani», sottolinea, lanciando un messaggio a chi è ancora fermo ai box.
Scopelliti parla con grande stima dei suoi allenatori: «I mister Martino e Honorio ci hanno trasmesso la mentalità giusta. Ogni giocatore è fondamentale, e i più giovani stanno imparando bene». E chiude con uno sguardo pieno di fiducia verso il futuro: «Qui si sta seminando bene. La Futura sta scrivendo una storia speciale, e vogliamo esserne protagonisti».

