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25 novembre, l’appello di Gloria alle donne: «Liberatevi dalla violenza, la vita vi aspetta» – VIDEO

In occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle donne vi proponiamo la testimonianza di una giovane donna arrivata a Reggio da lontano. Una storia di grande tenacia e di profonda sofferenza che infonde coraggio e invita alla speranza

25 novembre, l’appello di Gloria alle donne: «Liberatevi dalla violenza, la vita vi aspetta» – VIDEO

È sopravvissuta al deserto e al mare, dopo avere affrontato pericoli di ogni sorta per lasciare l’Africa e raggiungere l’Europa. A Reggio Calabria il suo cammino verso la conquista di nuove e migliori possibilità di vita ha, però, continuato a incontrare ostacoli. La sua vita è stata di nuovo in pericolo, questa volta, tra le mura domestiche. Questa è la storia di Gloria, un nome di fantasia per una giovane donna volitiva e determinata, rimasta lucida anche nei momenti più difficili della sua vita.

Dopo il deserto e il mare, una vita ancora in pericolo

Quando ha deciso di partire rischiando di non sopravvivere, quando ha trascorso quattro o cinque giorni nel deserto senza mangiare, centellinando l’acqua e sorvegliandola anche di notte, quindi senza dormire. Quando, arrivata via mare a Reggio, ha deciso di camminare sulle sue gambe, senza voltarsi indietro e senza affidarsi a persone sbagliate, salvandosi così da circuiti che l’avrebbero stritolata e annullata. E ancora una volta ha dimostrato grande coraggio quando si è ritrovata a subire gli ennesimi atti di violenza e ha deciso di denunciare il suo compagno, il padre della sua bambina.

Il coraggio di scegliere la vita

«Ho detto basta perché la violenza era diventata insostenibile. Sempre schiaffi sul viso, sugli occhi, anche in presenza della nostra bimba piccola. Non si curava che assistesse. Quando mi dava botte – racconta Gloria – chiudeva la stanza in modo che nessuno potesse entrare per aiutarmi. Mi prendeva per il collo, mi spingeva. Ero arrivata a temere per la mia vita ed è stato allora che ho capito che non avrei voluto morire per mano di un uomo, che avrei voluto vivere ancora. Lo volevo per me e per mia figlia».

«Non sarà questo il mio ultimo giorno di vita»

Gloria si sofferma poi sull’episodio dopo il quale ha deciso. Ha deciso che quello non sarebbe stato il suo ultimo giorno di vita.

«Voleva fare l’amore ma io l’ho rifiutato. Lui non ha accettato il mio no e mi ha nuovamente preso per il collo, accusandomi di rifiutare lui ma di andare con altri uomini. Abbiamo discusso e mentre io reagivo lui continuava a prendermi per il collo. Lo ha fatto per tre volte, quel giorno. A un certo punto mi ha spinto e ho sbattuto la testa contro il letto. Ho pensato che quello sarebbe stato il mio ultimo giorno di vita se non avessi provato a reagire.

Quello era – racconta ancora Gloria – il momento preciso in cui avrei dovuto decidere se arrendermi e morire oppure dire basta e continuare a vivere. Mi sono detta: “Non sarà questo il mio ultimo giorno di vita” e così ho deciso di dire basta perché la violenza non è qualcosa che si può tollerare. Ho denunciato e ho lasciato il mio compagno. Questa è stata la scelta che mi ha permesso di vivere ancora, di farlo con la mia bambina e di avere la mia pace e la mia libertà».

L’inizio di una nuova vita

Accolta nella casa rifugio del centro antiviolenza Angela Morabito della Piccola Opera Papa Giovanni di Reggio Calabria quella nuova vita che Gloria a lungo aveva desiderato ha iniziato finalmente a diventare realtà.

«Dopo la denuncia, mi hanno portato in una casa dove sono stata aiutata. Mi hanno dato una mano per rialzarmi e per riprendere in mano la mia vita, per farla migliorare. Ho studiato, ho conseguito un diploma di formazione e ho iniziato a inserirmi nel mondo del lavoro, riuscendo ad affittare una casa dove vivo con mia figlia. Mi hanno aiutato a ricominciare a vivere. Non smetterò mai di ringraziare le persone che mi hanno sostenuta e dato anche oggi la forza di raccontare per aiutare altre donne».

«Posso testimoniare che la vita può essere ancora bellissima»

Dal coraggio nasce la speranza per questo Gloria vuole condividere la sua storia. Vuole raccontarla ad altre donne che ancora cercano dentro di loro la forza per uscire dalla spirale di violenza che le avvolge. Vuole testimoniare, con la tenacia che la contraddistingue, che si deve chiedere aiuto perché, dice, «è la violenza a dovere finire e non la nostra vita».

«Vorrei dire alle donne, alla ragazze che in questo momento di trovano a subire violenza di non arrendersi. Alzatevi e andate avanti. Anche se adesso vi sembra difficile da credere, vi aspetta una vita che può essere ancora bellissima, una vita migliore. La violenza non è una vita finita. O almeno non ancora. Chiedete aiuto perché uscire si può. Bisogno deciderlo.

E agli uomini che credono che senza di loro non saprete come andare avanti, che la alcuna vita felice dopo quella violenza non sia possibile, dovete dimostrare quanto si sbagliano. Noi non solo possiamo andare avanti ma possiamo costruire anche una vita bellissima. Quindi alzatevi e guardate avanti. C’è un sole bellissimo – conclude Gloria – ad attendervi, come ha atteso me che oggi sono molto felice».

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