Il 26 marzo si è tenuto un importante confronto tra le associazioni, Legambiente Reggio Calabria, Club Alpino  Italiano Sezione Aspromonte, e i responsabili del Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria.  All’incontro hanno preso parte per le due associazioni, i rispettivi presidenti Daniele Cartisano per  Legambiente e Giandomenico Posillipo per il Club Alpino italiano, per la parte pubblica in rappresentanza  del Settore Ambiente del Comune di Reggio Calabria, il consigliere delegato ai parchi giardini e decoro  urbano Massimo Merenda e i tecnici del settore: il dirigente ing. Demetrio Richichi, il dott. Vincenzo Cotroneo, il dott. Federico Postorino

La riunione, durata circa 2 ore, si è tenuta in un clima di confronto franco, dai toni talvolta anche duri ma  sempre civili. Le associazioni sottoscritte hanno evidenziato le diverse criticità riscontrate in riferimento al progetto. La prima di ordine politico sociale e rivolto soprattutto al consigliere Merenda, nella quale si  evidenza lo scarso coinvolgimento dei vari stakeholder, comprese le nostre associazioni riguardo il piano  oggetto dell’incontro. A questa rivendicazione, il consigliere Merenda risponde che il progetto risale a 4 anni  fa e che allora erano state indette delle riunioni sul tema, con le associazioni di Santa Caterina e siccome i  tempi di scadenza per utilizzare i fondi non consentivano ulteriori ritardi, i lavori sono stati avviati. Si è poi  impegnato che per il futuro ci sarà un maggiore coinvolgimento dei cittadini del quartiere e delle associazioni, nei temi di sua pertinenza. 

Legambiente e Club Alpino, nei giorni precedenti avevano sottoposto la visione del progetto ai loro esperti  del settore per chiedere un parere tecnico scientifico, in particolare al prof. Giovanni Spampinato professore ordinario di botanica forestale e geo botanica presso l’Università Mediterranea di Reggio Calabria e alla  dottoressa Valentina Astrid Lucia La Face botanica presso la stessa Università. Il documento è stato  consegnato al dirigente e ai tecnici del settore ambiente e riporta le criticità riscontrate soprattutto nella  relazione specialistica. Tale documento verrà allegato al presente comunicato. 

Le problematiche riportate in ordine di priorità e evidenziate nella relazione tecnico- scientifica, e sulle quali il  dibattito si è acceso anche aspramente. In primis, nonostante la giusta sostituzione di alberature  indubbiamente sofferenti, ammalorate e malmesse, che però sta avvenendo con specie a portamento arbustivo quali la Photinia x fraseri anziché specie a portamento arboreo, come ad esempio Laurus nobilis il quale per altro, veniva citato nel progetto esecutivo “Relazione specialistica” come prima scelta. 

Si è anche evidenziato che la Photinia oltre ad essere un arbusto è anche una pianta alloctona, il cui utilizzo è  inappropriato, come si evince nel piano di “forestazione urbana ed extraurbana” del PNRR 2021, redatto per  le città metropolitane. Nell’allegato allo stesso piano PNRR, sono riportate 40 specie tutte autoctone e almeno  7 di queste avrebbero potute essere messe a dimora (Laurus nobilis, Ceratonia siliqua, Olea europae L. varietà  silvestris, Quercus ilex, Quercus suber, Arbutus unedo, Celtis australis) rispettando quelli che sono i CAM  (criteri ambientali minimi) e i criteri fitoclimatici. Inoltre, le 7 specie comprese nel piano PNRR, appartengono  all’areale mediterraneo del Lauretum caldo e quasi tutte, rispettano i limiti imposti dalla legge, in merito alla  grandezza della specie arboree e alle distanze tra la messa a dimora di alberature e le adiacenze di edifici  residenziali. Il rilievo evidenziato va anche a contraddire la legge regionale 7 del febbraio 2024 (Regolamento  del verde urbano), in particolare sull’utilizzo delle specie alloctone come cita l’Art.4/c-3 

Altro punto messo in discussione dalle nostre associazioni è la scarsità di numero di specie prese in  considerazione dal piano di riqualificazione che si limita a distribuire su 10 Km lineari di intervento solamente  3 o 4 specie al massimo (sottolineamo che finora ne è stata presa in considerazione solo 1), andando in  controtendenza a quelle che sono le esigenze ecologiche di biodiversità.  

In risposta, i tecnici del settore ambiente, alle criticità sollevata per l’utilizzo della Photinia, affermano che  uno dei motivi per la mancata scelta della specie autoctona Laurus nobilis (che era stata individuata nella  relazione specialistica come prima scelta), è stata dettata dalla non reperibilità nei vivai di piante con altezza  minimale tale da poter consentire la messa a dimora. Per altro, la successiva ricaduta sulla Photinia secondo i  tecnici comunali, è stata dettata dalla motivazione che questa è una specie a portamento arbustivo ma che, attraverso le successive potature assumerebbe un portamento arboreo. Inoltre avendo una crescita e altezza  limitata consentirebbe di evitare problematiche dovute alla vicinanza della pianta agli edifici abitativi (motivazione che a nostro avviso non risulta convincente per i motivi sopramenzionati). 

Sul punto sollevato riguardo l’utilizzo, di sole 3-4 specie su 10 km lineari, compromettendo così la biodiversità. I  tecnici comunali hanno attribuito questa limitazione alle restrizioni imposte dalla Soprintendenza Paesaggistica,  ma le associazioni ritengono la motivazione priva di basi tecniche verificabili. 

In conclusione, apprezziamo la cordialità e il clima di disponibilità dimostrato dalla parte, politica e tecnica del  settore ambiente del comune nelle persone intervenute. Nel ricevere quasi tempestivamente le nostre  associazioni, ad ascoltare ciò che avevamo da dire e rispondere alle nostre contestazioni e ci auguriamo in un  apertura di un dialogo costante e costruttivo tra parte pubblica e cittadini.  

Non di meno restiamo seriamente preoccupati per il proseguo dell’opera. Pertanto, abbiamo provveduto a  chiedere al Dirigente Richichi il computo totale degli alberi che verranno abbattuti e le relative perizie (così come  previsto dalla L.R. 7 del 2024). Chiederemo ulteriori incontri a breve per monitorare i lavori successivi sperando  in un concreto cambiamento di rotta delle scelte finora prese in considerazione.