venerdì,Aprile 19 2024

Reggio, sette opere d’arte salvate dal mercato illegale: valgono più di un milione di euro – FOTO e VIDEO

Rivelati i quattro dipinti e le tre statue recuperate. Il procuratore Bombardieri: «Momento di grande importanza»

Reggio, sette opere d’arte salvate dal mercato illegale: valgono più di un milione di euro – FOTO e VIDEO

«Abbiamo la necessità di riaffermare l’importanza dei beni culturali e della loro tutela, soprattutto in Calabria. Una tutela conseguita grazie all’opera del reparto di alta specializzazione di Tutela patrimonio culturale dei carabinieri». Lo ha affermato stamane il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, nell’aula polifunzionale intitolata al colonnello Cosimo Fazio della caserma Fava e Garofalo, sede della Scuola allievi carabinieri di Reggio Calabria.

La Scuola ha ospitato la presentazione di quattro preziosi dipinti ad olio su tela e tre statuette bronzee, rappresentative di un gruppo di opere d’arte, trafugate nel Lazio, nelle Marche, in Piemonte e in Emilia Romagna tra il 1979 ed il 2017. Coinvolti in questa rete di ladri e ricettatori anche commercianti infedeli calabresi e pure lombardi e piemontesi.

Si tratta di opere che erano state sottratte illecitamente, destinate alla commercializzazione ed esportazione illecita all’estero, soprattutto in Francia. Opere, invece, salvate da questo mercato illegale, recuperate e adesso restituite ai legittimi proprietari. Il valore complessivo stimato è di oltre un milione di euro.

L’indagine partita da Reggio

La loro individuazione, a seguito di una prima rilevazione eseguita a Reggio, è avvenuta nell’ambito dell’articolata indagine Antiques.

«Condotta tra il 2015 e il 2019 dal Nucleo Carabinieri Tutela Beni Culturali di Cosenza, competente per la Calabria, è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Reggio. Dopo un controllo abbiamo poi allargato le maglie e individuato un’associazione che aveva base in Campania con ramificazioni organizzate in Calabria, Piemonte e Lombardia. Quello di oggi è un momento importante. La riconsegna e il ripristino della legalità segnano un risultato conseguito grazie ad una collaudata e preziosa sinergia tra tutte le istituzioni. In particolare tra tutte le componenti dell’Arma e la magistratura, dunque la Procura», ha spiegato il comandante del nucleo Carabinieri Tpc di Cosenza competente per la Regione Calabria, tenente Giacomo Geloso.

Le investigazioni si sono avvalse di risconti sul campo e di ricerche nelle Banche Dati dei beni illecitamente sottratti di cui dispongono i carabinieri. Tra queste, particolare rilievo assume quella del Ministero della Cultura che l’Arma gestisce direttamente.

Molinese: «La cultura preserva il corpo sociale dall’illegalità»

«Oggi condividiamo un risultato eccezionale conseguito in sinergia con l’Arma territoriale. Siamo il reparto che si occupa di beni culturali più antico al mondo, vantiamo 54 anni di vita. Tuttavia coniughiamo tradizione con innovazione, avvalendoci per le nostre ricerche di mezzi tecnologici avanzati. Sul versante operativo, in questa indagine, sono stati eseguiti sette arresti, molte persone sono state denunciate. In Calabria sono stati individuati importanti poli di ricettazione ed esportazioni all’estero». Lo ha sottolineato il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, generale di brigata Vincenzo Molinese.

«La riconsegna al privato in questo caso, come il ritorno al patrimonio dello Stato in altri, rappresenta un momento importante per noi e per tutta la comunità. Spesso le nostre attività di accertamento di responsabilità non possono terminare con una restituzione ai familiari delle vittime dei loro cari. In questo caso possiamo, invece, recuperare quanto sottratto illecitamente e restituirlo, ricostituendo un patrimonio violato.

In questa riconsegna si consacra il contributo reso anche alla salvaguardia del patrimonio culturale inteso come bene dell’umanità. Un bene che, pertanto, nonostante abbia su mercato anche un valore economico, in circostanze come queste ha per noi un valore incalcolabile.

Siamo profondamente convinti che rafforzare nella collettività la consapevolezza dell’importanza del patrimonio culturale equivalga a preservare il corpo sociale dall’illegalità», ha sottolineato ancora il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, generale di brigata Vincenzo Molinese.

Molinese: «Mercato dell’arte ricco e senza confini»

«Il mercato dell’arte oggi è un mercato ricchissimo e senza confini, per questo molto appetibile per le organizzazioni criminali. Lo paragono a quello delle sostanze stupefacenti. Un mercato internazionale nel quale le opere d’arte italiane sono molto ricercate e apprezzate», ha concluso il comandante dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, generale di brigata Vincenzo Molinese.

Bombardieri: «Cultura è identità di una comunità»

«Un contributo essenziale, quello reso dal nucleo di Protezione del patrimonio culturale dell’Arma, non solo alle indagini. Esso concorre, con le sue interlocuzioni con le Sovrintendenza con il recupero e la restituzione di beni, oltre che alla repressione dei reati, in questo caso, anche e soprattutto all’affermazione della cultura come antidoto per eccellenza alle mafie. La cultura, quale strumento privilegiato di contrasto alle illegalità, perché riunisce tutta la comunità attorno a valori comuni. Perché alimenta la crescita nella legalità. Il patrimonio culturale assume un forte valore identitario rispetto al nostro Paese, così ricco da questo punto di vista. I beni culturali hanno la preziosa capacità di generare senso di appartenenza alla comunità. Per questo la loro restituzione è momento collettivo di grande importanza», ha affermato ancora il procuratore capo di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri.

Gli interventi

Dopo l’intervento del prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani, si sono avvicendati il procuratore capo della Repubblica di Reggio Calabria, Giovanni Bombardieri, e il comandante Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Roma, Generale di Brigata Vincenzo Molinese.

Presenti, con altre autorità e una scolaresca, anche il comandante del gruppo Carabinieri Tpc di Roma per il centro sud, tenente colonnello Andrea Ilari, e il comandante del nucleo Carabinieri Tpc di Cosenza competente per la Regione Calabria, tenente Giacomo Geloso.

Le opere sono state dettagliatamente presentate dalla dottoressa Daniela Vinci della direzione del Museo archeologico nazionale di Reggio Calabria.

Le opere trafugate e restituite

Esposti un grande dipinto, olio su tela, del Settecento, autore ignoto, raffigurante una “Natura morta con fiori e frutti”, oggetto di furto perpetrato nel cuneese e rinvenuto a Reggio Calabria e un dipinto, olio su tela, del Seicento, autore ignoto, riproducente la “Madonna con Bambino”, trafugato nelle Marche e rinvenuto a Reggio Calabria. Poi ancora un dipinto, olio su tela, del Seicento, autore ignoto, raffigurante “Il filosofo”, trafugato a Bologna e rivenuto anch’esso nella città dello Stretto. Infine un dipinto, olio su tela, del Seicento, autore ignoto, ritraente la “Sacra Famiglia con San Giovannino”, asportato a Bologna.

Presentate anche due repliche in bronzo di “Gazzelle”, autore ignoto, simili a quelle presenti nel Parco Archeologico di Ercolano, sottratte ad Anzio, e un “Fauno danzante” in bronzo, autore ignoto, rubato nell’astigiano.

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