venerdì,Marzo 29 2024

Dopo lo sbarco a Reggio dà alla luce due gemelli, Tripodi: «Con un parto in mare avrebbero rischiato la vita» – VIDEO

Il racconto del direttore dell’unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia del Grande ospedale Metropolitano

Dopo lo sbarco a Reggio dà alla luce due gemelli, Tripodi: «Con un parto in mare avrebbero rischiato la vita» – VIDEO

«Emozionati e contenti di avere dato a Mariama e ai suoi piccoli gemelli una speranza. Vedere madri dare alla luce i propri figli è sempre una gioia. In questo caso sappiamo, però, che questo parto prematuro avrebbe potuto avere esiti drammatici se fosse avvenuto in mare. Senza l’assistenza necessaria, che solo un ospedale con terapia intensiva neonatale avrebbe potuto garantire, questo parto avrebbe dato tutt’altro esito. Sarebbe bastato che lo sbarco fosse avvenuto anche solo 24 ore dopo per esporre la donna e i piccoli a un rischio serissimo». La testimonianza è di Marcello Tripodi, direttore dell’unità operativa complessa di Ostetricia e Ginecologia del Grande Ospedale Metropolitano di Reggio Calabria.

Due o forse tre vite strappate alla morte sono state quelle di Mariame, 27 anni proveniente dalla Nuova Guinea, soccorsa in mare nei giorni scorsi. Aveva intrapreso il viaggio incinta di quasi cinque mesi, sapendo di rischiare. Stringente era dunque la necessità di lasciare il paese di origine e di cercare, per i suoi piccoli in arrivo e per un’altra figlia piccola in viaggio con lei, un futuro in altro luogo.

Lo sbarco

Il viaggio l’ha condotta a Reggio Calabria, dove è sbarcata dalla nave Diciotti sabato scorso con altre 583 persone, soccorse come lei in mare. Uno sbarco avvenuto appena in tempo, visto che il giorno successivo ha partorito dando alla luce prematuramente due gemellini. Un chilo e trecento grammi il primo e neppure un chilo il secondo. I piccoli sono adesso sotto osservazione nel reparto di terapia intensiva neonatale del Gom di Reggio.

Il parto prematuro

«Sabato si è ricoverata da noi, Mariame, con una gravidanza gemellare giunta alla trentunesima settimana. Una gravidanza che ancora non ha completato il suo tempo – come accaduto in questo caso – qualora termini anticipatamente con parto di bimbi prematuri, richiede un apposito trattamento di preparazione. Trattamento al quale, trovandosi in un ospedale, la giovane mamma è stata sottoposta. Al momento dell’arrivo, considerando i giorni di viaggio in mare e lo stremo delle sue condizioni fisiche, abbiamo eseguito subito la profilassi polmonare per la respirazione. Domenica, poi, la donna ha avuto delle contrazioni e abbiamo iniziato a registrare una sofferenza cardiaca fetale. Da qui la necessità di intervenire con un parto cesareo che ha portato alla nascita prematura di due maschietti. Lo staff ha eseguito l’intervento nella tarda mattinata di ieri. A intervenire sono stati i medici Vincenzo Bognoni e Patrizia Polimeni, l’anestesista Leonardo Cosenza e le ferriste Silvana Cannizzaro e Antonella Alescio. I piccoli venuti al mondo prematuramente sono stati subito affidati alle cure dei dottori Giuseppe Serrao e Giovanna Fontanelli, dell’unità operativa complessa di Neonatologia, Terapia intensiva neonatale e Nido diretta da Isabella Mondello», racconta il primario Marcello Tripodi.

Stanno tutti bene

«I neonati stanno bene e saranno assistiti, in questa prima fase della loro vita, molto più delicata che per altri bimbi vista la nascita prematura, nel reparto specializzato di cui il Gom è dotato. Anche la madre sta bene. Tutto è andato bene e siamo felici che Mariama, dopo tutte le sue vicissitudini si sia trovata a Reggio in questo frangente. Con ogni probabilità, sarebbe andata comunque incontro a questo parto prematuro ieri e se ciò fosse avvenuto in mare, l’evento avrebbe certamente avuto un esito tragico.

I bimbi avrebbero richiesto delle cure che solo un ospedale, per altro hub come quello reggino e dunque dotato di una terapia intensiva neonatale, avrebbe potuto garantire. Siamo contenti di avere potuto aiutare Mariama e i suoi piccoli. Se non si fosse trovata qui nella giornata di ieri, la sua storia non sarebbe stata a lieto fine. Credo che tre vite siano così state salvate», racconta ancora il primario Marcello Tripodi.

«Della signora, che potrà essere a breve essere dimessa, si stanno occupando la direzione sanitaria, gli assistenti sociali e tutto lo staff. I piccoli certamente dovranno rimanere ancora in ospedale per tutte le cure e il tempo necessari», prosegue il primario.  

La gioia e la speranza

«Abbiamo seguito anche altre donne sbarcate, in condizioni difficili. Non sempre tutto è andato come speravamo. Mai era capitato, però, un parto gemellare con la madre che arriva sul punto di partorire. Un evento a lieto fine che dona a tutti speranza. Il diritto alla salute è universale eppure tocchiamo con mano che queste persone partono senza un controllo sanitario a monte che consenta di prevedere eventuali situazioni critiche come quella di Mariama era. Sarebbe necessario non solo all’arrivo ma anche alla partenza», sottolinea il medico.

In questo momento di grande strazio per i corpi senza vita, anche di molti bambini, che restituisce il mare di Cutro, queste due nascite portano gioia e speranza.

I volontari del coordinamento diocesano sbarchi sono stati anche presso la palestra della scuola dismessa di Gallico per incontrare i migranti. Hanno conosciuto anche la figlioletta di Mariama che adesso è affidata a un’amica della madre. Era spaesata. Piangeva. Era senza la sua mamma ricoverata al Gom per dare alla luce i suoi due fratellini gemelli.

«Abbiamo tenuto la bimba tra le braccia e torneremo a trovarla. Questa nascita ci rende tutti pieni di speranza. Ci sentiamo un po’ zie e zii di questi piccoli nuovi arrivati», racconta Bruna Mangiola del coordinamento diocesano sbarchi di Reggio Calabria.

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