«Bidoni condominiali per la spazzatura dati alle fiamme. Poi il vento ha fatto il resto incenerendo anche uno scooter parcheggiato nei pressi, visto che i garage non sono agibili, e danneggiando anche qualche altro veicolo nelle vicinanze. Ecco la nostra nottata. Negli ultimi mesi anche qualche altro episodio analogo e noi siamo sempre più soli». Una notta travagliata per i residenti del rione Marconi, nella zona sud di Reggio Calabria, dove è stato necessario l’intervento dei vigili del fuoco e della polizia a seguito dell’incendio di alcuni bidoni condominiali per i rifiuti. Non si tratterebbe di un episodio isolato.

«Qui a sentirsi sgradite non sono le persone che hanno in mano questo quartiere per i loro giri di affari illeciti ma le persone perbene che hanno diritto ad abitare negli appartamenti in cui risiedono regolarmente. Questo era un quartiere bellissimo ma è stato abbandonato …come noi. Neppure i servizi minimi di pulizia e luce nelle scale vengono garantiti. Questa è la situazione reale che ogni giorno viviamo, nonostante il parco urbano e gli annunci istituzionali. Solo calma apparente. Solo calma apparente». Viene ripetuto più volte da chi, risiedendo nel rione Marconi, nonostante l’assenza di discariche abusive, non conosce comunque tranquillità e non si sente al sicuro.

«Io continuo a rientrare a casa la sera con il portachiavi antiviolenza. Mia madre dorme con una spranga d’acciaio vicino al letto. Non possiamo permetterci di partire o lasciare il nostro appartamento incustodito perchè sappiamo che al nostro rientro lo troveremmo occupato. Questa continua a essere la nostra vita qui nel rione. La criminalità diffusa non arretra e gli alloggi popolari continuano ad essere in mano a chi ne dispone abusivamente, generando preoccupazione e ansia in chi come noi ha avuto gli appartamenti assegnati. L’incendio dei bidoni condominiali potrebbe essere proprio il segno di questa nostra presenza sgradita. Siamo una minoranza e, ugualmente, siamo di intralcio ai loro “affari” vorrebbero campo completamente libero. Noi – denunciano ancora i residenti – ci sentiamo sempre più abbandonati».