Giorno 7 maggio 2025 alle ore 10.00, presso la Sala Formazione Avvocati di Piazza Castello a Reggio Calabria, è convocata l’Assemblea Straordinaria della Camera Penale di Reggio Calabria, con invito a partecipare all’Accademia e alla società civile tutta per un confronto aperto sul cosiddetto Pacchetto Sicurezza, D.L. n. 48 dell’11 aprile 2025.

A conclusione dell’astensione dalle udienze e da ogni attività giudiziaria nel settore penale nei giorni 5, 6 e 7 maggio 2025, indetta dalla Giunta dell’Unione delle Camere Penali Italiane e alla quale ha aderito la Camera Penale di Reggio Calabria, il 7 maggio alle ore 10.00 si terrà l’Assemblea Straordinaria per discutere insieme all’Accademia e alle Istituzioni delle profonde criticità della decretazione d’urgenza adottata, tanto sotto il versante formale quanto sotto quello dei contenuti del cosiddetto DL Sicurezza.

La discussione verterà su temi fondamentali del decreto e sull’irragionevolezza delle scelte legislative adottate, tra cui l’introduzione di nuove fattispecie di reato, le modifiche alle norme su accattonaggio, truffe, detenzione di madri con figli, manifestazioni, blocchi ferroviari, occupazioni, l’inasprimento delle pene, e le nuove norme in materia di terrorismo e documentazione antimafia.

«Dal punto di vista formale non possiamo e non vogliamo tacere sulla scelta della decretazione d’urgenza a fronte di una attiva discussione parlamentare, repentinamente trasformata in Decreto – l’ennesimo – senza i requisiti di urgenza e necessità previsti per la legiferazione governativa. Una scelta che ha inevitabilmente finito per svilire la centralità costituzionale del Parlamento» scrive, in una nota, Francesco Siclari, Presidente della Camera Penale di Reggio Calabria.

«Non meno costituzionalmente censurabili appaiono le scelte di repressione del disagio sociale e di criminalizzazione di condotte non violente, spacciate per securitarie a partire dal titolo “sicurezza”.

Il mero inasprimento della risposta sanzionatoria, la creazione di reati inoffensivi o legati alla semplice disobbedienza, l’incremento dei poteri della Polizia Giudiziaria, la cancellazione del differimento obbligatorio della pena per donne incinte o madri, il divieto di contatto telefonico per stranieri senza titolo, e l’estensione della repressione della resistenza passiva ai centri di trattenimento, rappresentano scelte irrazionali, incostituzionali e inefficaci rispetto a una reale sicurezza sociale.

Ad un serio intervento programmatico di prevenzione dei reati si è preferito un Decreto repressivo, populista e liberticida. Alla rieducazione e al reinserimento sociale del condannato – unici strumenti efficaci contro la recidiva – si è preferito l’inasprimento delle pene e l’eliminazione delle misure alternative, con effetti deleteri anche sul già drammatico sovraffollamento carcerario, che conta oltre 62.000 detenuti.

L’Avvocatura ha più volte denunciato le distorsioni prodotte dalla decretazione d’urgenza, il mancato rispetto dei principi costituzionali in materia penale e i rischi di ulteriore collasso delle strutture penitenziarie.

Pertanto, si invita l’Accademia e la società civile a partecipare al dibattito pubblico su temi centrali per la tenuta democratica e il rispetto della Costituzione».