Oggi alle 18 messa in suffragio nella chiesa dell’Itria nella città natale e in Piemonte la commemorazione al Comando dei Vigili del Fuoco per ricordare anche Matteo Gastaldo e Marco Triches, gli altri due colleghi morti nella tragica esplosione nel 2019
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Sono diventati sei gli anni senza Antonino Candido, vigile del fuoco poco più che trentenne morto nella notte tra il 4 e il 5 novembre 2019 a causa della violenta esplosione che distrusse una porzione di una cascina a Quargnento, in provincia di Alessandria. Con Antonino morirono anche i colleghi Matteo Gastaldo e Marco Triches.
A Reggio i tre giovani saranno ricordati con una messa in suffragio alla chiesa di Santa Maria d’Itria di via Sbarre centrali a Reggio Calabria. La comunità si stringerà al dolore immutato di papà Angelo, mamma Mariastella, della sorella Ilaria e della moglie Elena.
Una commemorazione è in programma anche ad Alessandria, alle 17, con un momento di raccoglimento al Comando dei Vigili del Fuoco davanti alla lapide e un omaggio floreale che impartita una Benedizione a cura del Cappellano dei Vigili del Fuoco Don Augusto Piccoli.
La squadra composta da cinque vigili del fuoco del comando provinciale di Alessandria, secondo la ricostruzione del dipartimento Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa civile del ministero dell’Interno, era intervenuta intorno alla mezzanotte per la segnalazione di un incendio in un cascinale composto da due edifici. Quando i soccorritori arrivarono sul posto una prima esplosione si verificò nell’edificio più piccolo. Pur avendo notato segni evidenti d’effrazione a una finestra, la squadra decise di penetrare nel locale per spegnere il principio d’incendio all’interno dove, dopo aver spento le fiamme, ritrovò e mise in sicurezza due bombole di GPL collegate a quello che sembrava un timer.
Terminato l’intervento, i Vigili del fuoco passarono all’ispezione del secondo corpo di fabbrica, riscontrando anche su questo segni d’effrazione alle finestre. In accordo con i Carabinieri i Vigili del fuoco entrarono nell’edificio e furono investiti dalla seconda e devastante esplosione che provocò il crollo della struttura.
Nell’esplosione, oltre le tre vittime, restarono feriti gli altri due componenti della squadra, il caposquadra Giuliano Dodero e il vigile Graziano Luca Trombetta, oltre a un carabiniere.
Inizialmente si ipotizzarono cause accidentali come una fuga di gas, ma gli inquirenti si orientarono rapidamente verso un atto doloso, che poi fu confermato dalle indagini che portarono all’arresto e alla condanna dei responsabili dell’esplosione.
«L’evento rappresenta una pagina dolorosa nella storia recente del soccorso pubblico italiano e scosse profondamente l’intero Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco, segnando una profonda ferita nel corpo della comunità locale, che non dimentica e ancora onora chi ha pagato con la vita il proprio dovere», conclude il dipartimento Vigili del Fuoco Soccorso Pubblico e Difesa civile del ministero dell’Interno.

