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Se anche ci fosse la bramosia di vedere dal vivo, e senza il filtro di un plexiglas trasparente, gli scavi archeologici di piazza Garibaldi, nel centro storico di Reggio Calabria, ciò non potrebbe neppure lontanamente giustificare il danneggiamento della recinzione dell’area di cantiere che ancora li circonda.
Per altro, la spaccatura più ampia è stata praticata nella parte bassa di un tratto della pannellatura osb, proprio al livello dello strada. Qui qualcuno ha pensato bene di iniziare a lasciare dei rifiuti. Vi è dunque il rischio concreto di accumuli di spazzatura in mancanza di un intervento di riparazione tempestivo da parte della ditta, già prontamente investita dell’accaduto dalla responsabile per la sicurezza del segretariato del ministero della Cultura, Laura Messina. Gli accumuli andrebbero a degradare un sito archeologico di pregio e un’area ancora neppure aperta al pubblico.
Seppure non in modo agevole, la spaccatura rappresenta di fatto un varco dal quale persone possono passare, entrando nell’area.
Nessuna proroga ma lavori non finiti
In realtà, come da annunci dell’amministrazione comunale di Reggio, l’area archeologica avrebbe già dovuto essere aperta, essendo già passata la fine del mese di giugno. Ma ancora alcuna data è stata comunicata né, da parte del Comune, vi è stata alcuna proroga del cantiere, la cui data di fine è ancora quella del 30 giugno u.s..
Le stesse maestranze, al netto di qualche intervento isolato per interrare le piantine, hanno completato la posa delle ringhiere e la sistemazione dell’area verde. Già da almeno una settimana non sono più presenti nel cantiere. Eppure le attività non sono finite.
Ringhiere da verniciare
«Il verbale di fine lavori non è stato ancora firmato. Mancano l’intervento di copertura dell’edicola e la verniciatura delle ringhiere», ha spiegato l’architetta Michelangela Vescio, direttrice dei lavori e progettista con Giuseppina Vitetta, degli “interventi di messa in sicurezza degli scavi per la valorizzazione e la fruizione dei resti archeologici”.
Insomma, i tempi di allungano (di nuovo). Confidiamo, intanto, in un intervento di ripristino della pannellatura per evitare ulteriori pregiudizi tanto all’opera quanto agli antichi tesori emersi.
