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Il faro di Capo Spartivento acceso 155 anni fa nel luogo più a Sud del Sud – FOTO e VIDEO

Da una torre quadrangolare e bianca, domina la costa Ionica reggina tra Brancaleone e Palizzi. I suoi segnalamenti illuminano fino a 24 miglia

Il faro di Capo Spartivento acceso 155 anni fa nel luogo più a Sud del Sud – FOTO e VIDEO

Ha emesso il primo fascio di luce 155 anni fa, il 10 settembre 1867, il faro di Capo Spartivento, al confine tra Palizzi e Brancaleone, sul litorale ionico della città metropolitana di Reggio Calabria, in corrispondenza del chilometro 58 della Strada Statale 106. Da 64 metri sopra il livello del mare, esso domina l’immensa distesa azzurra del mar Ionio in uno dei luoghi più a Sud del Sud.

Ogni otto secondi (7 secondi e 7 decimi per l’esattezza) un fascio di luce illumina fino a ventiquattro miglia nautiche di distanza e in trentadue secondi il faro con la sua ottica rotante compie un giro completo, scandito da quattro bagliori.

Sulla lapide, che sovrasta l’ingresso della torre bianca su base quadrangolare con edificio ad un piano alta 15 metri, è riportata anche la posizione del faro in base al meridiano di Parigi, passante per il centro dell’Osservatorio della capitale francese e situato a poco più di 2° a est di quello di Greenwich, che lo sostituì nel 1884 (quindi sette anni dopo l’accensione del faro) nel ruolo di meridiano zero convenzionalmente inteso. Un intervento di ammodernamento ha riguardato il Faro nel 1910. Dal 1935 alimentato con l’elettricità e dal 1995 tutto meccanizzato con l’avvento delle tecnologie.

Il Faro di Capo Spartivento ricade interamente sotto la reggenza fari di punta Capo d’Armi, insistente nel comune di Motta San Giovanni, a sua volta facente capo al Comando Zona dei Fari e dei Segnalamenti Marittimi di Taranto e al ministero della Difesa.

Il mito, la storia e la leggenda

Luogo intriso di fascino, storia e leggenda. Il geografo greco Strabone (Geografia, VI, 1, 7) così lo descrive: “Segue poi il promontorio di Eracle, che è l’ultimo ad essere rivolto verso Mezzogiorno: infatti chi doppia questo capo naviga direttamente spinto dal Libeccio, fino al promontorio Iapigio; poi la rotta inclina sempre più verso Settentrione e verso Occidente sino al golfo Ionio (Parte meridionale dell’odierno mar Adriatico). Dopo il promontorio di Eracle si trova quello di Locri, detto Zefirio, che ha il porto protetto dai venti occidentali e da ciò ne deriva anche il nome”.

La roccia sulla quale si erge il Faro era, infatti, anticamente nota come l’imponente Heracleum Promontorium; in epoca greco-romana il promontorio di Eracle (Ηράκλειον ἃκρα) e poi denominato dagli Italici Erculeum Promontorium. Si narra, infatti, che anche Ercole, l’eroe figlio di Zeus e Alcmena, riposò pure qui durante le sue fatiche.

Così, Ad un passo dalla fiume Alex di Palizzi, che con la fiumara aspromontana dell’Amendolea si contende lo storico e antico confine tra le due colonie Magno greche di Rhegion e Lokroi Epizephirioi, si erge questo antico e suggestivo promontorio dominato da un Faro, oggi tra i più importanti per la sua strategica collocazione geografica.

Ma non solo storia antica. Una leggenda racconta, altresì, di San Cristofaro che apparso all’eremita Sant’Elmo, che qui viveva in una grotta, gli affidò il compito di accendere sulla montagna una lanterna nelle notti di tempesta per orientare i naviganti. Un luogo dunque destinato ad emettere luce e dare speranza a chi fosse in mare.

I tredici fari Calabresi

Il faro di Capo Spartivento, numero 3384 nell’elenco fari consultabile presso l’istituto idrografico della Marina, detto calabro per distinguerlo dall’omonimo eretto in Sardegna in località Chia, nel comune di Domus de Maria, città metropolitana di Cagliari, è uno dei tredici fari calabresi. Ecco gli altri: Capo Suvero a Gizzeria, Capo Vaticano a Ricadi, Calata Buccarelli (Moro Foraneo) a Vibo Valentia; Castello Ruffo di Scilla, Punta Pezzo di Villa San Giovanni, Capo D’Armi a Motta San Giovanni, Punta Stilo a Monasterace Marina, nel reggino; Capo Rizzuto a Isola di Capo Rizzuto, Punta Alice a Cirò Marina e Capo Colonna a Crotone; nel cosentino il faro di Paola. Sempre nel cosentino vi è quello di Capo Trionto a Rossano, ultimo della costa ionica calabrese e attualmente inattivo, in stato di totale abbandono, sommerso da vegetazione.

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