Compie 207 anni la biblioteca comunale Pietro De Nava di Reggio Calabria, tra le istituzioni culturali calabresi più longeve. Istituita con decreto regio il 31 marzo 1818, ebbe come prima denominazione quella di Regia Biblioteca Ferdinandiana, in omaggio al sovrano Ferdinando di Borbone che, dopo la seconda restaurazione, aveva accolto le richieste del Sindaco e del Decurionato reggino.

Bibliotecari e direttori

Di alcune centinaia di libri, provenienti in gran parte dalla settecentesca biblioteca privata dell’Abate Antonio Spizzicagigli e della collezione personale dell’Arcivescovo Alessandro Tommasini, fu la sua prima dotazione, secondo quando riportato nella relativa scheda del Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche (Siusa) redatta dalla funzionaria Archivista di Stato presso Soprintendenza archivistica e bibliografica della Calabria, Ada Artillotta. Essa fu allocata in alcuni locali messi a disposizione della Curia reggina. Il primo bibliotecario fu il canonico Damaso Pugliatti, seguito nella direzione per quasi tutto il XIX secolo da altre personalità tutte religiose, ad eccezione del latinista Diego Vitrioli relativamente al quinquennio 1855 – 1860. Il sacerdote Lorenzo Lofaro fu l’ultimo nel 1887. Quindi fu la vota dello storico locale Cesare Morisani al quale fecero seguito notevoli personaggi del calibro di Luigi Aliquò Lenzi, l’economista Attilio da Empoli e il poeta Nicola Giunta.

Tante sedi e poi il terremoto

Il sisma del 1908 e le sue conseguenze devastanti motivarono numerosi cambi di sede fino al 1928 quando la biblioteca comunale di Reggio Calabria fu trasferita presso la villetta Pietro De Nava, costruita nel 1917 e segnata da una elegante architettura classicheggiante. La villetta, intitolata all’ingegnere e assessore comunale ai lavori pubblici nel 1914 e autore del Piano Regolatore della città, noto come piano De Nava, conseguente al catastrofico terremoto del 1908, era stata donata alla città dal cugino Giuseppe De Nava, più volte ministro nel periodo giolittiano e pre-fascista. La biblioteca ebbe poi la sua sede definitiva presso l’edificio costruito nella seconda metà del Novecento, precisamente nel 1958. All’attuale sede è sempre rimasta annessa anche la Villetta de Nava dove, donati dalla moglie Laura e dal figlio Massimo, gli arredi, i tappeti, i libri, i quadri e la scrivania dello scrittore adornano la sala dedicata allo scrittore di San Luca di cui quest’anno, il prossimo 15 aprile, ricorreranno i 130 anni dalla nascita.

Oltre due secoli e un fondo di 116 mila opere

Gli oltre due secoli di anzianità consentono di ritenere la Pietro de Nava di Reggio Calabria una biblioteca storica, con prevalente e tradizionale indirizzo umanistico. Il fondo più antico è quello “pergamenaceo” comprendente 147 pergamene dei secoli XIII-XIX: capitoli, lettere e privilegi concessi dai vari sovrani, diplomi di laurea e bolle pontificie. La pergamena più antica risale al 1285.

La sezione Manoscritti e libri antichi possiede, inoltre, 14 Incunaboli, 582 Cinquecentine, 974 tomi del 1600 e 3.793 del 1700, 45 manoscritti.

Il primo libro in lingua ebraica stampato con data certa, il commentario al Pentateuco di Rashi, fu dato ai caratteri nella Giudecca di Reggio nel 1475 dal tipografo ebraico italiano Avraham Ben Garton. Dell’unica copia originale conservata nella sua interezza, scoperta dal bibliofilo Giovanni Bernardo De Rossi e dallo stesso donata alla Biblioteca Palatina di Parma, dal 2006 una copia anastatica è custodita presso la biblioteca Pietro De Nava di Reggio Calabria.

Anche luogo del cuore Fai, la biblioteca comunale Pietro De Nava di Reggio Calabria custodisce un fondo librario che conta oltre 116 mila opere.

Importanti sono la sezione Calabria, il fondo Pasquale Sandicchi, l’archivio e la biblioteca Umberto Zanotti Bianco, le donazioni Guido Aloe, Corrado Alvaro, Attilio Da Empoli, Gennaro Giuffré, Domenico Iaria, Vincenzo Mezzatesta, Vincenzo Morello, Antonio Priolo, Domenico De Giorgio, Vittorio Visalli, Diego Vitrioli e Domenico Spanò Bolani. Poi anche gli altri cataloghi: Periodici, libri del Seicento e del Settecento e le carte De Nava. Conserva anche dipinti, sculture, basso rilievi, plastici e archivi.