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È una storia d’amore familiare che diventa l’emblema della storia di una intera generazione di giovani, quella a cui la guerra voluta da Benito Mussolini, rubò gli anni più belli e spensierati. Dal ritrovamento delle lettere intercorse tra i genitori durante la guerra in Abissinia e la prigionia del padre, nasce “Amore e guerra nell’’Italia di Mussolini”, l’ultima fatica letteraria di Mimmo Nunnari, giornalista Rai e docente universitario, nato e cresciuto in riva allo Stretto. Volume che l’Agen, Associazione genitori – gruppo turismo e amicizia, ha presentato presso la scuola superiore per mediatori linguistici di Catona, inaugurando di fatto la nuova stagione culturale.
«Un libro indirizzato soprattutto ai giovani – ha affermato il presidente Agen, Nino Scimoni rivolgendosi alla platea, composta anche da una cospicua rappresentanza di studenti della scuola media catonese – poiché in questo volume si ritrovano nozioni che non sono sempre presenti nei libri di scuola. La grande storia è il frutto di tante piccole storie semplici come questa. Mi auguro che il libro possa trovare spazio nei progetti di lettura scolastici».
Sullo sfondo della campagna in Abissinia e della seconda guerra mondiale, si muove la storia locale e quella ancor più intima dell’amore tra due fidanzati come tanti: lui, Peppino, soldato inviato al fronte a combattere e lei, Mimma, giovane sartina rimasta a casa, come tante altre donne dell’epoca, ad aspettare e sperare che il fidanzato tornasse vivo. È una storia che ha il sapore dell’attesa e della nostalgia, in cui l’amore vince sugli orrori della guerra. Per loro ci fu un lieto fine, per molti altri no.
Alla presenza dell’autore, è stata la vicepresidente Agen, Anna Maria Cama, a spiegare perché questo libro merita di essere letto: «È un romanzo che sfiora i temi della macrostoria e della microstoria locale e che propone parecchi spunti di riflessione. Il racconto comincia dalla fine della guerra, quando i due protagonisti sono finalmente marito e moglie. Dopo anni di attesa e tormenti, finalmente si è concretizzata quella piccola felicità domestica tanto inseguita ma è proprio quello il momento in cui bisogna trovare altra forza, quella di ricominciare e di ricostruire. Una forza trovata negli affetti e nei valori più semplici e profondi: la famiglia, la fede, l’amore.
L’esempio del libro è interessante proprio da questo punto di vista: solo la cultura dell’impegno, della dedizione e la costruzione quotidiana della famiglia consente all’amore di vincere su tutto. È vero che i tempi non sono più quelli di una volta ma è vero anche che i sentimenti sono eterni, a dispetto dei tempi».
Ma gerra e amore, due termini totalmente contrapposti, come si conciliano all’interno di questa storia? A rispondere è stato lo stesso Nunnari: «È dal finale della storia che lo possiamo comprendere. Il fatto che l’amore abbia vinto sulla guerra è la dimostrazione che ancora oggi l’unica possibilità che abbiamo contro l’orrore e l’insensatezza è quella di guardare all’amore e alla pace. Dalla lettura di questo libro mi aspetto che si possa recuperare una dimensione umana che oggi forse abbiamo perso nei nostri rapporti, familiari e non. Vorrei che quell’esempio, offerto dalla piccola storia dei miei genitori, possa far riflettere sulla necessità di ritrovare quei valori forti e genuini che hanno contraddistinto un’epoca non troppo lontana».

