Reggio Calabria sfiora un traguardo storico ma deve fare i conti con un rallentamento imprevisto. Fino ad ottobre 2025 l’Aeroporto dello Stretto ha registrato 836.064 passeggeri, con una media mensile vicina agli 85mila utenti. Con questo ritmo la proiezione naturale puntava dritto verso il milione entro fine anno. Lo scalo viaggiava stabilmente sopra quota 90mila durante l’estate: 94.103 a luglio, 92.000 ad agosto, 88.054 a settembre, 84.992 ad ottobre.

Un percorso sostenuto principalmente dall’espansione delle rotte internazionali Ryanair, che ha riportato al Tito Minniti turisti, studenti, lavoratori e pendolari. Una stagione che aveva ridato continuità a un mercato rimasto compresso per anni. Poi è arrivata la politica, ed è arrivata anche la variabile che sposta il grafico.

Francesco Cannizzaro ha annunciato che con novembre Reggio ha toccato 900mila passeggeri e che dicembre potrebbe spingere oltre quota 950mila, record assoluto per lo scalo. Ma quel numero racconta anche un’altra storia: significa che a novembre il traffico è sceso in modo evidente rispetto ai mesi precedenti, lontano dall’andamento estivo che alimentava l’ipotesi del milione.

A incidere, secondo l’analisi delle tendenze, sarebbero soprattutto i tagli di ITA Airways: il Reggio–Linate ridotto a una sola tratta giornaliera, la cancellazione del night-stop e le rimodulazioni su Fiumicino hanno spostato una quota di passeggeri verso altri aeroporti. Nessuna presa di posizione ufficiale da Regione o Sacal, ma nelle ultime ore il presidente Roberto Occhiuto ha incontrato l’amministratore delegato di ITA per discutere del futuro del vettore negli scali calabresi portando in dote l’ipotesi di una scuola piloti a Crotone. Un po’ il contraltare degli hangar lametini di Ryanair.

Un dettaglio? Forse no. Perché arriva proprio mentre Reggio mostra una crescita mai vista e allo stesso tempo segnala la fragilità di un sistema che, senza una compagnia nazionale stabile, rischia di rallentare nel momento della sua ascesa. È un passaggio delicato: i numeri certificano la rinascita, ma il ritmo dell’ultimo trimestre impone una domanda cruciale.

Il 2026 sarà l’anno della stabilità o della frenata?

La partita si intreccia con il fronte infrastrutturale. La nuova aerostazione sarà completata a gennaio, con un mese di slittamento sulle previsioni, ma pronta ad accompagnare la stagione 2026 con un terminal moderno, ampio, progettato per sostenere traffico costante e non solo picchi stagionali. Non è un dettaglio estetico: la struttura fisica dello scalo diventa una leva competitiva nelle trattative con i vettori e nella capacità di attrarre nuove rotte anche nei mesi di bassa stagione.

Il traguardo del milione – sfiorato o superato – resta un simbolo. L’anno nuovo però ne porta un altro: dimostrare di poter sostenere la crescita. Con il nuovo terminal e con un dialogo riaperto con ITA Airways, il Tito Minniti entra nella fase più delicata della sua storia recente: quella della consapevolezza.