È un passaggio storico per il Bergamotto di Reggio Calabria, emblema identitario della costa jonica e dello Stretto. Il Ministero dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste ha pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il disciplinare di produzione relativo alla domanda di registrazione dell’Indicazione Geografica Protetta (IGP).

La pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del disciplinare segna il punto di svolta che il settore attendeva: da oggi si apre la finestra dei trenta giorni per eventuali opposizioni motivate, l’ultimo passaggio prima della trasmissione del fascicolo alla Commissione europea, come previsto dal Regolamento (UE) 2024/1143. È la formalizzazione di un percorso lungo e accidentato, riattivato dopo la decisione del TAR Lazio che ha imposto al Ministero dell’Agricoltura di concludere l’istruttoria, superando il silenzio-inadempimento amministrativo e riportando la vicenda su binari certi e trasparenti.

Dentro questo iter, un ruolo costante lo ha svolto il Comitato promotore per l’IGP Bergamotto di Reggio Calabria, che ha tenuto la barra dritta sulla centralità del territorio reggino e sulla necessità di un perimetro di tutela coerente con storia agricola, filiera e prassi produttive. A guidarlo, l’agronomo Rosario Previtera, che ha animato la fase partecipativa, accompagnato le imprese nella costruzione documentale e presidiato i passaggi istituzionali fino alla riunione di pubblico accertamento del 28 gennaio scorso alla Cittadella regionale, passaggio chiave che ha preceduto la pubblicazione del disciplinare.

Il senso dell’atto pubblicato oggi è duplice. Da un lato, certifica che il Ministero ha recepito il quadro di requisiti, area vocata e caratteristiche del prodotto, mettendolo a disposizione per eventuali osservazioni. Dall’altro, chiude la stagione delle ambiguità che aveva alimentato la querelle sul destino del marchio, con proposte alternative e - secondo quanto denunciato alla stampa dal comitato promotore - tentativi di allargare o spostare il baricentro dell’indicazione geografica, fino a minacciarne l’identità. 

Il passaggio europeo arriverà subito dopo la verifica nazionale. Se entro i trenta giorni non matureranno opposizioni fondate, la pratica volerà a Bruxelles per la registrazione definitiva. A quel punto l’IGP diventerà la piattaforma di tutela e valorizzazione più avanzata per frutto e derivati, capace di irrobustire i contratti, difendere il nome sui mercati, attrarre investimenti lungo la filiera e garantire tracciabilità al consumatore. È un traguardo che vale per i produttori e per un territorio che su quel profumo ha costruito immaginario, economia e futuro.