Un fenomeno, quello delle attività totalmente illegali – spesso saloni di bellezza nascosti in abitazioni private, dotati di macchinari e prodotti professionali – che l’associazione denuncia da tempo come grave minaccia al tessuto produttivo locale.

«L’abusivismo danneggia non solo gli imprenditori onesti, ma l’intero sistema economico – sottolinea Casartigiani –. Chi opera fuori dalle regole evade le tasse, aggira le normative sulla sicurezza e mette a rischio la salute dei cittadini». Una concorrenza sleale che penalizza i professionisti in regola, costretti a sostenere alti costi di gestione e standard rigorosi, a fronte di clienti che spesso ignorano i rischi del ricorso a strutture non autorizzate.

L’associazione accoglie quindi con favore gli ultimi controlli, definiti «una risposta seria e puntuale» all’allarme già lanciato dalla categoria. Ma l’intervento repressivo, secondo Casartigiani, non basta. «È necessario che anche i consumatori facciano la loro parte – si legge nella nota –: scegliere un professionista in regola significa tutelare la propria salute, sostenere l’economia locale e contribuire a un sistema più giusto».

Un appello viene rivolto infine alle istituzioni: «In una regione come la Calabria, dove il lavoro sommerso è una piaga storica, servono politiche strutturali. Incentivi mirati e un alleggerimento della pressione fiscale sulle imprese rappresenterebbero un primo passo concreto».

Casartigiani conferma il proprio impegno nel tutelare gli artigiani reggini «con la consueta attenzione e nel rispetto dei principi che guidano da sempre l’associazione».