La replica di Christian Demasi, segretario generale della Filca Cisl Calabria, arriva senza giri di parole. Dopo giorni di appelli pubblici in cui si chiedono investimenti, formazione qualificata, sicurezza sui luoghi di lavoro e una nuova stagione di crescita per l’edilizia regionale, Demasi denuncia quella che definisce una contraddizione insanabile: «Si parla di futuro, di grandi cantieri, di lavoro stabile e sano. Si chiede una visione strategica per trattenere i giovani e far ripartire il settore. E poi? Si brinda al blocco del Ponte. È una posizione che non sta né in cielo né in terra».

Il riferimento è alla paralisi del progetto del Ponte sullo Stretto, considerato dalla Filca Cisl uno snodo indispensabile per rilanciare davvero il comparto delle costruzioni in Calabria. «Non si può predicare bene e razzolare male», insiste Demasi. «Se diciamo che servono investimenti strutturali, dobbiamo avere il coraggio di sostenerli quando arrivano. Se chiediamo occupazione stabile e qualificata, dobbiamo difendere le opere che possono garantirla. Bloccare il Ponte significa bloccare opportunità, competenze, lavoro vero».

Secondo il segretario, ogni grande infrastruttura porta con sé una crescita complessiva degli standard di sicurezza, formazione e innovazione: «I grandi cantieri sono quelli che più investono in prevenzione e professionalità. Fermare un’opera di questa portata significa negare proprio quelle condizioni che molti dicono di voler difendere».

Demasi parla di una Calabria spesso imbrigliata da posizioni ideologiche e da un dibattito piegato al consenso immediato: «Il settore delle costruzioni non ha bisogno di slogan, ma di coerenza. Non possiamo lamentarci dello spopolamento, della fuga dei giovani, della precarietà cronica del settore, e al tempo stesso applaudire quando una grande infrastruttura si ferma. Così la Calabria non crescerà mai».

La posizione della Filca Cisl resta netta: servono investimenti, opere strategiche, cantieri capaci di generare lavoro qualificato e una contrattazione seria che non cambi con il vento politico. «Noi stiamo dalla parte del lavoro vero, sicuro e riconosciuto», conclude Demasi. «E il lavoro vero passa anche dalle grandi infrastrutture. Chi dice il contrario dovrebbe spiegare ai calabresi perché ogni volta che c’è la possibilità di rialzare la testa, qualcuno festeggia quando la Calabria resta ferma».