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«Non c’è alcuna violazione o mancata applicazione di norme italiane ed europee per il progetto del ponte sullo Stretto di Messina». Lo sottolinea in una nota la Società Stretto di Messina, rispondendo alle critiche avanzate da alcune associazioni ambientaliste. «Si tratta di affermazioni del tutto infondate – precisa la società – e già smentite più volte».
Nel comunicato si evidenzia che le disposizioni dell’articolo 72 della Direttiva Ue sui contratti pubblici sono «pienamente rispettate». L’aumento del corrispettivo al contraente generale, passato da 3,9 miliardi nel 2006 a 10,5 miliardi di oggi, sarebbe «dovuto quasi esclusivamente al forte incremento dei prezzi registrato tra il 2021 e il 2023, che ha interessato tutte le opere infrastrutturali in corso di realizzazione».
La Stretto di Messina ribadisce «la massima attenzione nei confronti del ruolo di Anac e delle raccomandazioni espresse» e precisa che, dal punto di vista tecnico, «il progetto definitivo è perfettamente valido e aggiornato alle nuove normative tecniche, come previsto dal decreto-legge 35».
Sul fronte ambientale, la società ricorda che il 13 novembre 2024 la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – VIA/VAS del MASE ha rilasciato parere favorevole sullo studio di impatto ambientale e che il 21 maggio 2025 la stessa Commissione ha espresso parere positivo sulla valutazione di incidenza ambientale, ritenendo che «tutta la documentazione trasmessa evidenzi la coerenza delle misure di compensazione con la tutela degli obiettivi di conservazione dei siti e con la rete Natura 2000».
Infine, la società precisa che la Corte dei conti «non ha espresso alcuna bocciatura o giudizio di inadeguatezza del progetto definitivo, né ha invitato al ritiro della delibera Cipess del 6 agosto». Le risposte alle osservazioni e alle richieste di integrazione documentale saranno fornite «nei prossimi giorni e comunque nei tempi fissati».