Tra il blu dello Stretto e le ombre dell’Aspromonte, Altafiumara torna a farsi crocevia di visioni. Domenica 19 ottobre il resort della Costa Viola accoglierà la prima edizione del Calabria Wine Expo, un progetto del Polo Culturale Altafiumara e dell’Enoteca Culturale, in collaborazione con la Federazione Italiana Vignaioli Indipendenti (FIVI). Una giornata pensata per celebrare il vino calabrese come bene culturale, linguaggio identitario e occasione di sviluppo.

Il cuore dell’iniziativa, voluta con determinazione da Gaetano Bevacqua e Antonio Battaglia, è nella convinzione che la cultura possa diventare un motore economico. Bevacqua, presidente del Polo Culturale, ha aperto la presentazione con una riflessione che somiglia più a un manifesto che a un saluto. «Oggi non inauguriamo solo un evento, ma una prospettiva nuova per la Calabria. Il vino è il racconto vivo della nostra storia, la prova che questa terra sa rinascere dalle sue stesse radici. Con il Calabria Wine Expo vogliamo dare ai produttori, e soprattutto alle nuove generazioni, uno spazio per conoscersi, confrontarsi e crescere. Questo appuntamento deve diventare stabile, riconoscibile, atteso».

Dietro la forma elegante di Altafiumara c’è un’idea precisa: trasformare la bellezza in metodo di lavoro. Da anni il resort ha scelto di investire sulla cultura come strumento di relazione e impatto. Il Polo Culturale ne è la sintesi più compiuta: un ecosistema che connette cibo, vino, arte, musica e formazione, costruendo ponti tra impresa e territorio.

«Questa prima edizione promette già molto» racconta Antonio Battaglia, chef e socio fondatore del Polo Culturale Altafiumara. «Saranno tantissime le etichette presenti e Altafiumara diventerà una vetrina importante per tutto il territorio. L’obiettivo è far innamorare i calabresi del loro vino, ma anche far innamorare chi viene da fuori di questa terra. È per questo che è nata l’Enoteca Culturale: per divulgare il vino calabrese partendo da qui, ma aprendosi oltre ogni confine».

Battaglia ha chiarito anche la filosofia che anima il progetto. «L’investimento che stiamo facendo in cultura non è solo commerciale. È un modo per costruire futuro. La Calabria non avrà mai grandi industrie, ma possiede una biodiversità immensa, una genuinità che va trasformata in valore. Il Polo Culturale nasce proprio con questo scopo: sviluppare commercio attraverso la cultura. Ci siamo chiesti come favorire l’indotto turistico e commerciale e la risposta è stata una sola: investire in cultura».

Il Calabria Wine Expo 2025 nasce in questa cornice, come un luogo d’incontro tra produttori, artisti, studiosi e pubblico. La giornata si aprirà alle 11.30 con l’inaugurazione della mostra multisensoriale curata da Calabria Wild Wine, un viaggio nella memoria del vino calabrese attraverso 61 bottiglie storiche degli ultimi cinquant’anni. Un percorso fatto di profumi, mosti, suoli e materiali che restituiscono al visitatore la dimensione tattile del paesaggio.

Poi sarà il momento dello show cooking firmato dallo chef Battaglia, dedicato al «nuovo approccio all’abbinamento cibo-vino». «Nella prima stagione dell’Enoteca abbiamo rovesciato la prospettiva: non più il piatto al centro, ma il vino come ispirazione. I relatori sceglievano i vini, io costruivo i piatti intorno. È stato un viaggio creativo che racconteremo anche qui, con nuovi abbinamenti che parlano di territorio».

Subito dopo si aprirà il pranzo-buffet domenicale, pensato come momento di incontro e convivialità. Sul palco, l’ironia tagliente di Lunanzio e dello showman calabrese Pasquale Caprì, accompagnerà la degustazione con leggerezza e ritmo. In serata, spazio alla musica d’autore con Fabio Macagnino & Movimento Terra, chiamati a chiudere l’Expo con un concerto che fonde folk mediterraneo e poesia.

Nel pomeriggio il clima cambierà tono con i talk tematici, dedicati alla divulgazione e al confronto tra esperti, giornalisti e vignaioli. Sul palco interverranno la presidente nazionale FIVI Matilde Poggi, il professor Sunseri dell’Università di Reggio Calabria e la delegata regionale Raffaella Ciardullo, che ha raccontato la svolta della viticoltura calabrese. «La FIVI Calabria ha costruito in questi anni un movimento vero e profondo. Siamo vignaioli e vignaiole che condividono un obiettivo comune: mostrare il vino non come prodotto ma come atto di identità e libertà. Non abbiamo mai seguito le mode, siamo rimasti saldi anche quando la Calabria parlava a bassa voce. Forse proprio quel silenzio ha preservato la nostra anima più autentica».

Il programma alterna degustazioni orizzontali e verticali, mostre, dialoghi e spettacolo, disegnando una mappa del vino calabrese che unisce le colline del Pollino ai vigneti della Costa dei Gelsomini. L’Expo, nelle intenzioni dei promotori, vuole diventare un appuntamento fisso capace di attrarre professionisti, turisti e operatori culturali da tutta Italia.

«Da qui parte un percorso che parla di impatto reale - ha spiegato Bevacqua -. Formazione per il pubblico, visibilità per le cantine, reti tra operatori turistici e del gusto. Il vino è il pretesto, ma il fine è costruire comunità e futuro».

Il Calabria Wine Expo è, in fondo, la naturale conseguenza di un cammino iniziato con l’Enoteca Culturale, proseguito con il Polo e ora approdato a una dimensione pubblica. Una narrazione che riporta al centro il valore della terra e del lavoro. Altafiumara si conferma così laboratorio permanente della Calabria contemporanea, dove la cultura non è un orpello ma una forma concreta di economia.

Tra i calici, i profumi e le voci di questa prima edizione, si respira l’idea di una Calabria che vuole riconoscersi nei suoi talenti, nei suoi paesaggi e nei suoi vini. Una terra che, per dirla con le parole di Bevacqua, ha già tutto: la luce, la forza, le persone. Serve solo crederci insieme.