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Reggio Calabria si è tinta d’inchiostro, arte e identità con la quarta edizione della Tattoo Convention, che per due giorni ha trasformato la città in un palcoscenico internazionale dedicato alla body art. Una manifestazione che è andata ben oltre la semplice esposizione di tatuaggi, diventando un vero e proprio evento culturale, capace di fondere tradizione, innovazione, spettacolo e incontro tra mondi lontani.
Questa edizione, pur essendo la quarta, ha rappresentato un nuovo inizio. A dirlo è l’organizzatore e direttore artistico Gennaro Venanzi, che descrive l’evento come una sorta di “versione 1.01”, profondamente rinnovata a partire dalla location, «pazzesca» dell’ Alta Fiumara, fino alla portata e alla qualità degli artisti coinvolti: «Un evento di una nuova portata, davvero internazionale. È la prima volta che ospitiamo tatuatori provenienti da ogni angolo del mondo: dall’Indonesia all’Irlanda, dal Brasile all’Argentina, fino a Israele».
E non si tratta solo di artisti con uno stile distintivo o un talento straordinario. Molti dei tatuatori presenti portano con sé vere e proprie storie di vita e di famiglia, legate a tradizioni secolari che si esprimono attraverso l’inchiostro sulla pelle.
«Alcuni arrivano da famiglie con oltre 700 anni di storia nel tatuaggio. È il caso, ad esempio, di Wassim Razzouk, tatuatore di Gerusalemme, custode della tradizione copta, che oggi sta tramandando il suo stile e la sua arte al figlio. Una pratica che si è mantenuta viva attraverso generazioni, dagli antenati a oggi: un patrimonio culturale e spirituale che affonda le sue radici nel pellegrinaggio e nella fede, ma che oggi dialoga anche con il contemporaneo».
A colpire è stata anche la risposta del pubblico, che ha affollato gli spazi della Convention con entusiasmo e curiosità: «Sia sabato che domenica abbiamo registrato un’affluenza importante – spiega Venanzi – e la cosa più bella è che a partecipare non sono stati solo appassionati del settore, ma anche famiglie, giovani, curiosi, persone di tutte le età. Segno che il tatuaggio non è più considerato un fenomeno di nicchia, ma una forma espressiva riconosciuta e condivisa».
E infatti, la Convention non si è limitata alla sola pratica del tatuaggio. Ha proposto anche momenti di spettacolo, musica, live painting, esposizioni artistiche e performance che hanno arricchito il programma e trasformato l’esperienza in qualcosa di più ampio e coinvolgente. «Non è solo tatuaggio – sottolinea – è anche cultura, spettacolo, arte, identità. Questo è lo spirito della Reggio Calabria Tattoo Convention».
Una manifestazione che si propone, quindi, come punto di riferimento nel Sud Italia per un settore in forte espansione, ma anche come spazio di riflessione e dialogo tra tradizione e contemporaneità, tra corpo e memoria, tra estetica e significato.
«Siamo molto soddisfatti – conclude – e crediamo che questa edizione sia solo l’inizio. Vogliamo che la Tattoo Convention diventi un appuntamento sempre più importante nel panorama nazionale e internazionale. Reggio ha risposto con calore, ora vogliamo crescere ancora di più».
Due giorni intensi, ricchi di storie, di segni, di visioni. Due giorni in cui l’inchiostro è diventato racconto, identità, incontro. Due giorni che hanno lasciato il segno – sulla pelle e nel cuore.

